I giorni dell'ombra by Sara Bilotti

I giorni dell'ombra by Sara Bilotti

autore:Sara Bilotti [Bilotti, Sara]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788804688679
Google: xMlWDwAAQBAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2018-05-21T22:00:00+00:00


15

Seduta su una panchina in piazzetta Duca d’Aosta, attendevo che Daniel uscisse dal teatro, fumando una Marlboro con difficoltà. Mi ostinavo a farmi fare compagnia dalle sigarette, ogni tanto, nonostante la tosse e gli attacchi d’asma. Mi piaceva l’aria disinvolta che mi davano, quando invece in me si agitavano mille correnti, mentre sedevo sul ferro freddo, in mezzo alla gente che camminava e si allungava verso il cielo. Erano tutti mostri neri e alti, e io dovevo rimanere immobile perché non si accorgessero di me, non chinassero le schiene affusolate per portare la faccia all’altezza della mia, curiosi.

Daniel uscì dall’Augusteo alle undici e quarantacinque, ma non da solo.

Rossella gli camminava accanto, tutta allegra, e pareva saltellare. Era vestita con una gonna che arrivava fino ai sandali bassi, da frate, e portava una canotta e un paio di grossi orecchini etnici di legno. Era una di quelle donne che si sentono a proprio agio in un abbigliamento alternativo, era come se non indossare una giacca e non truccarsi facesse di lei un’artista migliore.

Li seguii per un po’, scansando la folla di via Toledo che era sempre troppa e invadente, un monolite di gomma contro cui era difficile non rimbalzare. Tenendo gli occhi fissi sulla schiena di Daniel riuscivo a sentire attutite le urla e le risate, a diluire gli echi del mondo.

Di tanto in tanto mi specchiavo nelle vetrine, meravigliata da tanto coraggio. Stavo proprio cambiando. Fino a un paio di mesi prima non avrei osato attraversare via Toledo alle undici e quarantacinque del mattino. Ero come un palazzo antico e solido che qualcuno stava ristrutturando dall’interno. Fuori, nessun segno di cambiamento, dentro, un rimestare di calce, un forsennato abbattere mura.

I piccioncini si separarono all’incrocio con via Stendhal: lei lo minacciò con un sorriso solare, lui le baciò una guancia. Col cuore che accelerava i battiti, presi a seguirlo verso una meta che sospettavo di conoscere. A quell’ora, non era neanche mezzogiorno, lui entrava al Faust per la seconda volta. Perché?

Sgattaiolai nell’androne di un palazzo e vi rimasi per quasi un’ora, fino a che lo vidi tornare di nuovo in strada, in compagnia di un omaccione biondo dai tratti nordeuropei. Li seguii finché non si fermarono davanti a un fuoristrada nero. L’uomo entrò e si sedette al posto accanto al guidatore, Daniel gli passò qualcosa, forse dei soldi, e ricevette in cambio quella che sembrava la custodia di un cd. Se la mise in tasca e salutò l’altro toccandosi la fronte.

Continuai a seguirlo per quasi tutto il tragitto fino a casa. In realtà avrei potuto palesarmi senza problemi: ormai la mia ossessione era conclamata. Eppure tentennavo, incerta. Avevo paura di pensare quello che per chiunque sarebbe stato lecito dedurre.

L’occasione di rivelare la mia presenza me la diede la caduta della custodia da una tasca. Daniel non si accorse di nulla per un paio di metri, poi si tastò la giacca e girò su se stesso, allarmato. Mi vide mentre raccoglievo qualcosa da terra e mi raggiunse.

«Credo sia tuo» gli dissi.

La custodia era trasparente, e conteneva un dvd con un cerchio nero disegnato sopra.



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