I magnifici 7 capolavori della letteratura francese by unknow

autore:unknow
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Newton Compton
pubblicato: 2013-05-19T22:00:00+00:00

VII. Châteaupers alla riscossa

Il lettore si ricorderà forse della situazione disperata in cui lasciammo Quasimodo. Il coraggioso sordo, assalito da tutte le parti, aveva perduto ogni speranza di salvare non già se stesso (non ci pensava affatto), ma l’egiziana. Correva disperato per la galleria. Notre-Dame era ormai nelle mani dei malviventi. A un tratto un gran galoppo di cavalli empì le vie vicine e quasi subito lunghe file di torce e fitte colonne di cavalieri a lancia in resta e briglia sciolta sboccarono con un fracasso furioso sulla piazza da vari lati, come un uragano.

«Francia! Francia! A pezzi la canaglia! Châteaupers alla riscossa! Prevostura! Prevostura!».

I malfattori, spaventati, fecero voltafaccia. Quasimodo, che non udiva niente, vide le spade snudate, le fiaccole, le punte delle picche, tutta quella cavalleria in testa alla quale riconobbe il capitano Phœbus; vide la confusione dei suoi nemici; i più spaventati; i migliori, sconcertati; e prese tanta forza da questo insperato soccorso, che rigettò fuori i primi assalitori che già avevano scavalcato la balaustra della galleria.

Erano infatti le forze del re che arrivavano.

I malfattori si comportarono da gente di fegato e si difesero con i denti. Presi di fianco da rue Saint-Pierre-aux-Bœufs e da dietro da rue du Parvis, stretti contro Notre-Dame che ancora assalivano e che Quasimodo ancora difendeva; assedianti e assediati al tempo stesso, si trovarono nella singolare situazione in cui si trovò più tardi, nel famoso assedio di Torino, nel 1640, tra il principe Tommaso di Savoia da lui assediato e il marchese de Leganez, che lo assaliva, il conte Henri d’Harcourt. Taurinum obsessor idem et obsessus200 come dice l’epitaffio.

La mischia fu spaventosa. A carne di lupo, dente di cane, come dice P. Mathieu. I cavalieri del re, in mezzo ai quali Phœbus si batteva valorosamente, non davano respiro: chi non le prendeva di punta le prendeva di taglio. I malviventi, male armati, facevano schiuma dalla bocca e mordevano. Uomini, donne, ragazzi si attaccavano alle groppe e ai petti dei cavalli come gatti, con i denti e le unghie dei quattro arti. Altri bersagliavano a colpi di torcia la faccia degli arcieri. Altri uncinavano con ganci il collo dei cavalieri e poi li tiravano giù. E facevano a pezzi quelli che cascavano.

Fu notato uno che aveva una grande falce lucente e che falciò per un pezzo le gambe dei cavalli. Era orribile. Cantava una canzone con voce nasale, e lanciava e ritirava senza riposo la sua falce. A ogni colpo faceva in terra un cerchio di zampe tagliate. Avanzò nel folto della cavalleria, con la lentezza tranquilla, il dondolamento ritmico della tesa e il respiro regolare del mietitore. Era Clopin Trouillefou. Una archibugiata l’abbatté.

Intanto le finestre si erano riaperte. I vicini, sentendo il grido di guerra dei soldati del re, si erano subito fatti coraggio e da tutti i piani piovevano proiettili sui malfattori. Il sagrato era pieno di un fumo fittissimo, rotto, qua e là dal fuoco della moschetteria. Si distingueva confusamente la facciata di Notre-Dame e l’Hôtel-Dieu decrepito, con qualche pallido malato che guardava dall’alto del suo tetto carico di abbaini.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.