I pirati del cielo by Chris Wooding

I pirati del cielo by Chris Wooding

autore:Chris Wooding [Wooding, Chris]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2013-12-02T23:00:00+00:00


23

Barricate – Bess si risveglia – Una lezione a carte – Il mostro sottocoperta – Ladri

La Ketty Jay era ormeggiata a un piccolo molo nella periferia di Rabban, lontana dalla Delirium Trigger. Il molo era poco più di una piattaforma d’atterraggio scarsamente usata, posta sopra un reticolo di viuzze sconquassate e sbilenche. Soltanto poche altre navi di stazza simile condividevano quello spazio. Erano forme immobili, scure e silenziose; dei loro equipaggi non c’era traccia. Pochi addetti al molo gironzolavano per la piattaforma, cercando qualcosa da fare, rivelando la loro presenza con un colpo di tosse o spostando appena le ombre che li avvolgevano. Il silenzio regnava sovrano.

Silo e Jez lavoravano nella luce bianca dei fari di chiglia della Ketty Jay, facendo rotolare dei barili giù dalla rampa della stiva e disponendoli in file da cinque. C’erano già diverse file simili posizionate attorno alla Ketty Jay. Una sistemazione piuttosto casuale, agli occhi di un osservatore di passaggio, a meno che non indovinasse a che cosa servivano in verità quei barili.

Stavano costruendo delle barricate.

Harkins se ne stava sul bordo della piattaforma di atterraggio, muovendosi lateralmente da accovacciato, con un cannocchiale in mano. Evitava le luci dei lampioni elettrici che segnavano la piattaforma per le navi in volo. Ogni tanto si fermava e ispezionava i viali circostanti, poi sgattaiolava nervosamente verso un altro punto e ripeteva l’operazione. Il personale del molo non gli prestava attenzione. Fintantoché il suo capitano pagava la tariffa di attracco, potevano tranquillamente tollerare qualche eccentrico.

La notte era ancora giovane quando Harkins si raddrizzò, teso e allarmato. Aggiustò la messa a fuoco del cannocchiale, ruotando la ghiera da una parte e dall’altra, e si mise a contare febbrilmente a bassa voce. Poi schizzò via verso la Ketty Jay, come se avesse i talloni in fiamme.

«Ci siamo» disse Jez, vedendolo arrivare. Silo grugnì e sistemò un altro barile di sabbia al suo posto.

«Sono in venti!» annunciò loro Harkins con un sussurro stridulo. «Voglio dire, uno più, uno meno, ma circa venti! Che cosa dovremmo fare contro venti di loro? O anche più o meno venti... Già dieci sarebbero troppi! Che diavolo si aspetta che facciamo? Non mi piace. Questa faccenda non mi piace neanche un po’!»

Jez lo fissò preoccupata. Era ancora più agitato del solito. Il Firecrow e lo Skylance non erano nemmeno all’interno della città: erano stati lasciati a un punto d’incontro, lontano da lì. Senza il suo velivolo, era come una lumaca senza guscio.

«Facciamo quello che il capitano ci ha detto di fare» disse calma.

«Ma non sapevamo che sarebbero stati in venti! È praticamente mezzo equipaggio!»

«Immagino che Dracken non voglia lasciare niente al caso» disse Jez. Scambiò un’occhiata con Silo, che salì per la rampa della stiva ed entrò nella Ketty Jay.

Harkins lo osservò salire, poi si voltò verso Jez con lo sguardo un po’ da invasato. «Ecco, questa sì che è un’idea! Perché non ce ne andiamo tutti dentro, tiriamo su la rampa di carico e la chiudiamo per bene? Non riusciranno mai a entrare, così.»

«Non credi che ci abbiano già pensato? Avranno portato degli esplosivi.



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