I Pirati E L'Astronave by Mike Resnick

autore:Mike Resnick [Resnick, Mike]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

17

— Perché lei è qui? — chiese Rachel Marcos, tentando di nascondere il suo scontento.

— È un pirata — rispose Vladimir Sokolov. — Il capitano pensa che possiamo imparare qualcosa da lei.

Si trovavano sul ponte insieme a Forrice durante il turno rosso, in attesa che Cole scegliesse la loro prossima destinazione.

— Quanto può essere brava come pirata? — insistette Rachel.

— Ha perso la sua nave.

— E il capitano quanto può essere bravo come ufficiale? — rispose Sokolov, impegnato alla sua stazione computer. — È stato degradato due volte e portato davanti alla corte marziale una.

— Sai bene perché è successo — disse Rachel.

— Sì, lo so — rispose Sokolov. — E fino a quando non vengo a sapere come mai la valchiria ha perso la sua nave, sono incline a fidarmi del giudizio del capitano.

— Non sono l'unica ad avere dei dubbi su di lei — disse Rachel, sulla difensiva.

— Se hai delle domande, perché non vai da lei e gliele fai? — suggerì Sokolov.

— Ma l'hai vista? — chiese Rachel. — Non solo è un gigante, è anche un arsenale ambulante!

— Io credo che sia dannatamente sexy — disse Sokolov.

— Ma certo — fece lei disgustata.

— Basta così — intervenne Forrice. — Che vi piaccia o meno, è il nostro terzo ufficiale.

— E lei cosa ne pensa? — chiese Rachel. — Perché deve essere questa Val a meritarsi il titolo, anziché il tenente Briggs o il tenente Sokolov?

— La mia opinione non ha nessuna importanza — disse il Molariano. — Il capitano ha preso la sua decisione, e noi possiamo o accettarla o lasciare la Teddy R.

— Be', potrà anche essere il terzo ufficiale, ma fatta eccezione per il capitano non ha un solo amico sull'intera nave.

La sala per gli esercizi fisici era in realtà solo una cabina vuota che aveva la funzione di dormitorio per due membri alieni dell'equipaggio quando il vascello trasportava un contingente al completo. Era larga tre metri per tre e mezzo circa, ed essendo stata creata per razze più alte di quella umana, il soffitto era alto tre metri, invece dei soliti due.

Non c'era la possibilità di fare grandi esercizi in quegli spazi ridotti, ma Toro Selvaggio Pampas aveva sistemato lì dentro diversi manubri e bilancieri, così da sottoporsi a un regime quotidiano di sollevamento pesi.

Fu durante il suo terzo giorno sulla nave, concluso il suo dettagliato rapporto, che Val scese nella stanza di sotto verso la fine del turno rosso. Toro Selvaggio era rimasto là solo il tempo necessario a coprirsi di sudore. — Cosa posso fare per lei, signora? — le chiese quando entrò. — O dovrei dire signore?

— Come preferisce — rispose Val. — Ho sentito dire che ci sono dei pesi da queste parti, e ho pensato di mettermi a fare un po' d'esercizio.

— Mi tolgo subito di mezzo, e tornerò quando avrà finito, signore — disse Pampas. S'inginocchiò e cominciò a togliere alcuni pesi dalla sbarra.

— Cosa sta facendo? — chiese Val.

— Sono un sollevatore piuttosto esperto — rispose. — La sto alleggerendo un po' per lei.

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