Iceland by Samuele Alinovi

Iceland by Samuele Alinovi

autore:Samuele Alinovi [Alinovi, Samuele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Nulla Die
pubblicato: 2020-11-14T23:00:00+00:00


XIII

«Mi dici perché mi avevi tenuto nascosto di essere un dottore? Che motivo c’era?» chiese Terri, girando la testa a guardarlo.

«In realtà non volevo nascondere proprio niente, e tantomeno a te...» rispose lui, senza staccare lo sguardo dalla strada. «Semplicemente, quando sono arrivato qui a Iceland, avevo voglia di staccare con tutto, cominciare qualcosa di diverso».

«Ma, il raccontare la propria vita e quello che si è, fa parte del conoscersi e dell’aprirsi a un’altra persona... credi che per me sia stato facile raccontarti di quella violenza che ho subito quando ero ragazza?»

«Hai ragione, è vero. Probabilmente mi dovrei scusare con te. Ma ti assicuro che, da parte mia, non è stata una cosa voluta. È come se, nella mia testa, io avessi cercato di cancellare una parte di me, e quindi anche quello che facevo di mestiere» continuò Rafael, rallentando un po’. «Lo sai che, quando ieri quel turista ha urlato se c’era un dottore nei paraggi, ho avuto un momento in cui non sapevo che fare: non mi sentivo per niente la persona che quell’uomo stava cercando».

«Se vuoi, ti puoi fermare con l’auto qui a destra» disse piano Terri.

Qualche metro e Rafael accostò, fermando la jeep proprio vicino a un fiumiciattolo di acqua grigia che attraversava la strada.

Scesero dall’auto e avevano entrambi l’impermeabile sopra la felpa: era un giorno nuvoloso e tirava anche vento.

«Vedi questo ruscello?» disse lei, indicando con la mano. «D’inverno non esiste proprio, mentre in primavera il ghiaccio si scioglie e l’acqua comincia a scendere giù dallo Snaefellsjokull e arriva fino al mare. Proseguendo per la statale se ne incontrano tanti altri, uguali a questo».

Attraversarono la strada e si trovarono con gli scarponcini in mezzo al verde dell’erba bassa. Da lì al mare era tutta terra piatta e la linea dell’acqua non si distingueva. Intorno a loro c’era un silenzio assordante.

«Posso chiederti che cosa è successo di così grave da farti desiderare di non essere più un dottore?» riprese lei, dopo qualche minuto.

«È successo due anni fa circa» rispose lui, camminando lento, senza guardarla. «Allora lavoravo ancora all’ospedale di Parma. Era da un anno che ero primario di chirurgia. Avevo in programma, per la settimana successiva, un intervento a una ragazzina di nove anni: era una cosa abbastanza semplice, la classica operazione per ricostruire il legamento di un ginocchio. Prima di operare faccio eseguire tutti gli esami necessari e tutto sembra a posto. Arriva il giorno stabilito e comincia l’operazione. Passano venti minuti e il cuore della bambina, improvvisamente, si ferma. Ovviamente interrompo subito l'intervento per rianimarla e, dopo neanche cinque minuti, il suo cuore riprende a battere regolarmente».

«Ma... il motivo dell’arresto quale può essere stato?» chiese Terri, fermando i piedi nell’erba.

«Non ne ho idea, sono quelle cose che possono capitare in qualsiasi operazione, ma sono cose imprevedibili, che non emergono nemmeno dopo analisi accurate. Può essere lo stress, la preoccupazione o la reazione a qualche stimolo».

«Quindi tu non ne eri responsabile, giusto?»

«No, non lo ero.» disse piano Rafael, fermandosi anche lui. «Ma i genitori della



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