icerbox Bncinelli scienza by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

4. Noi e la scienza che cambia e che ci cambia

Abbiamo affermato in precedenza che la scienza si manifesta attraverso il bagaglio di conoscenze di alcune delle cose del mondo. Un mondo continuamente modificato dall’uomo, attraverso la sua azione sull’ambiente in cui vive e sulla natura in generale. In secondo luogo, tale bagaglio include le applicazioni delle scoperte scientifiche e delle conquiste teoriche, le quali anch’esse contribuiscono a trasformare il mondo mediante un processo attivo da centinaia di anni. Vedremo ora che c’è una terza azione della scienza, che è quella di predisporre gli esseri umani a una determinata visione e gestione del mondo. Stiamo parlando in questo caso del valore sociale ed educativo dell’insegnamento e del messaggio scientifico, nonché della capacità della scienza di migliorare addirittura il modo di pensare e di agire dell’umanità.

Sulla valenza sociale della scienza in sé e per sé non s’insiste abbastanza, benché in primo luogo la scienza rappresenti una parte rilevante della cultura di oggi e inoltre essa favorisca la diffusione di una, pur se ostica e ardimentosa, forma mentis. Sul fatto che la scienza sia cultura non c’è mai stato alcun dubbio da parte degli scienziati e meno che mai ce ne dovrebbero essere oggi anche per quanto riguarda la società nel suo insieme, tenuto conto di come la scienza si è sviluppata e il linguaggio scientifico è entrato a far parte delle nostre conversazioni quotidiane. Parole come vita, coscienza, tempo, evoluzione, energia, materia, sviluppo, forze, crescita, biodiversità, incertezze, istinto, metodo, sostenibilità, esperimento, percezione, immaginazione, memoria, informazione, geni, dna, adattamento, selezione sono nate in ambito scientifico o perlomeno in tale contesto hanno precisi significati, ma si sono poi prepotentemente propagate e arricchite nell’ambito sociale esteso. Oggi è quasi impossibile parlare di qualcosa senza fare ricorso a termini di derivazione scientifica, eppure l’idea dell’importanza di possedere una cultura scientifica fatica a farsi strada anche e forse soprattutto in società particolarmente avanzate.

Per quanto detto precedentemente, molti considerano la conoscenza scientifica settoriale e provvisoria, capace solo di occuparsi di problemi particolari e tecnici (dimenticando tra l’altro che la radice della parola greca per «tecnica» è la stessa di quella per «arte», ossia τεχνικóς, technikos, e τέχνη, techne). La ragione di questo pensiero non è difficile da rintracciare: l’uomo di scienza è preciso e magari pignolo. «Energia» significa energia e niente altro; è distinta per esempio tanto dalla «Forza» quanto dalla «Potenza» e non è certamente «Una porta», né diventa mai «Intelligente»; 30 chili sono diversi da 3 etti e a maggior ragione da 30 metri; niente è lungo 325 centimetri, bensì 325 centimetri più o meno qualcosa. Al punto che Bertrand Russell soleva dire ironicamente a tal proposito che «Tutte le scienze esatte sono dominate dall’approssimazione». E parlare di «energie mentali» in una partita di tennis o di «lato oscuro della forza» in un film di fantascienza non significa nulla. Questo solo per fare qualche esempio della precisione che viene deliberatamente scambiata per pignoleria, o di univocità che viene confusa con monomania. Il fatto è che

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