icerbox Clements amica by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Circa un’ora dopo siamo di nuovo a casa di Hank, nella stanza del seminterrato, con almeno duemila bottoni sparsi su un tavolo da ping-pong. Dopotutto, siamo stati solo in un negozio dell’usato, con grande sollievo di sua madre. E per ora abbiamo già un sacco di bottoni nuovi.

Hank dice: «Per prima cosa penso che dovremmo ordinarli tutti in base al materiale, che ne dici?».

«Certo, va bene.»

Si vede che vuole avere il controllo del processo di smistamento, il che per me va bene. Attacca pezzi di nastro adesivo in diversi punti del tavolo e poi inizia a scriverci sopra con un pennarello indelebile.

«Allora, i bottoni in celluloide vanno qui… poi la bachelite… la lucite… l’avorio vegetale… la porcellana…»

«Avorio vegetale? Che cos’è?»

«È un sostituto dell’avorio fatto con la noce della palma tagua, che cresce ai tropici.»

«Oh. E la lucite?»

«È una specie di plastica dura e trasparente. Allora, porcellana… vetro… madreperla… cuoio… osso… e legno.»

«Ma non sono veramente di osso, vero?»

«E invece sì, a volte si usavano le corna, ma soprattutto le ossa della mucca.»

Scorre con lo sguardo l’insieme di bottoni e allunga la mano per prenderne uno.

«Wow! Non pensavo che ce ne fossero tra questi, ma guarda un po’! Questo è un bottone di osso.»

Sul palmo della mano ha un bottone delle dimensioni di una monetina, di un colore giallo pallido, con due grandi buchi, come gli occhi su una faccina felice.

«Probabilmente è stato fatto a mano, forse intorno al 1850. Vedi come sono irregolari i buchi? Da questo si capisce che non è stato fatto con una macchina. E se lo guardassi con una potente lente d’ingrandimento, nell’osso potresti vedere le linee in cui scorreva il sangue… non è liscio come la plastica.»

Che impressione! Però il dato scientifico è interessante. Bottoni fatti di ossa di mucca… chi lo sapeva?

Hank Powell, ecco chi.

La selezione va abbastanza veloce una volta che ho capito cosa cercare, Hank poi è un buon insegnante. Nel giro di qualche minuto riesco a distinguere l’avorio vegetale dalla bachelite praticamente a occhi chiusi. O quasi.

Inoltre, quando Hank non sa qualcosa, non fa finta di saperlo. E questo mi piace. Mentre lavoriamo, ogni tanto si interrompe per fare una ricerca su internet, per essere sicuro di non causare pasticci.

Dopo la selezione arriva la suddivisione.

«Allora… scegli prima tu o vado io?»

Si vede che questa parte lo rende nervoso. Il nostro accordo è semplice e l’abbiamo stabilito subito: qualunque cosa troviamo, facciamo metà per uno.

Così sorrido e dico: «Scegli tu per primo».

Perché ho già deciso che Hank può avere qualsiasi bottone vuole. È lui che sta iniziando la collezione, e in più ha pensato a tutto questo piano. E non è che io abbia bisogno di altri bottoni. Non me ne serviranno mai più. Per il resto della vita.

Facciamo a turno per scegliere da ogni gruppo, un materiale dopo l’altro. Raccolgo la giusta quantità di bottoni più carini di ogni tipo, in modo che Hank non abbia l’impressione che non me ne importi niente. Perché so che non sarebbe contento.

Vedere come si illumina davanti a un bottone è fantastico.

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