icerbox DeLillo Esmeralda by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

La mezzanotte in Dostoevskij

Eravamo due ragazzi cupi, curvi nei nostri cappotti, con il truce inverno alle porte. Il college era ai margini di una cittadina dell’interno, piú che una cittadina un villaggio, come lo chiamavamo noi, una fermata a richiesta lungo la ferrovia; non facevamo che passeggiare, uscivamo, senza una meta ben precisa, cielo basso e alberi spogli, in giro non c’era praticamente anima viva. Cosí definivamo gli abitanti del luogo: anime, spiriti transitori, un volto dietro il finestrino di una macchina di passaggio che colava di luce riflessa, o una lunga strada con una pala piantata in un cumulo di neve, e nessuno in vista.

Stavamo camminando parallelamente ai binari quando un vecchio treno merci si avvicinò e noi ci fermammo a guardare. Sembrava il tipo di storia che passa perlopiú inosservata, un motore diesel e un centinaio di carri merci che viaggiano nella campagna remota, e senza parlare io e Todd condividemmo un pensiero carico di rispetto per i tempi che furono, per le frontiere che non c’erano piú, e poi continuammo a camminare, a parlare di cose prive di peso che però per noi erano importantissime. Sentimmo il fischio del treno che scompariva nel tardo pomeriggio.

Fu quel giorno che vedemmo per la prima volta il tizio col giaccone col cappuccio. Discutemmo sul tipo di giaccone: loden, anorak, parka. Eravamo sempre cosí, noi due, sempre pronti a trovare qualcosa su cui litigare. Quell’uomo era venuto al mondo con quell’unico scopo: finire in quella cittadina e mettersi quel giaccone. Ci precedeva di un bel po’ e camminava lentamente, con le mani strette dietro la schiena, una figura minuta; a un certo punto imboccò una via residenziale e scomparse alla vista.

– I loden non hanno il cappuccio. Il cappuccio è fuori contesto, – disse Todd. – È un parka o un anorak.

– Ce ne sono altri tipi. Ce ne sono sempre altri.

– Per esempio?

– Montgomery.

– È un nome di persona.

– È anche un cappotto.

– Ha il cappuccio per definizione?

– Ha gli alamari per definizione.

– Quella giacca lí aveva un cappuccio. Non sappiamo se avesse gli alamari.

– Ma tanto non importa, – dissi io. – Perché quel tipo indossava un parka.

– Anorak è una parola inuit.

– E allora?

– Io dico che è un anorak, – disse lui.

Cercai di inventarmi un’origine per la parola parka, ma non mi venne nulla. Todd intanto aveva già cambiato argomento: il treno merci, le leggi del moto, gli effetti della forza, infilando furtivamente nel discorso una domanda sul numero di vagoni trainati da quella locomotiva. Non avevamo stabilito in anticipo di fare un conteggio, ma ognuno sapeva che l’altro li avrebbe contati, anche se parlavamo d’altro. Quando gli dissi il mio numero lui non rispose, e io capii subito cosa significava. Significava che anche lui aveva contato lo stesso numero. Era una cosa che non doveva succedere – ci scombussolava, appiattiva il mondo – e cosí continuammo a camminare per un po’ in un silenzio carico di disappunto. Anche su questioni di pura realtà fisica facevamo affidamento

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