icerbox Doody Limpiccagione by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Titolo originale: The Duellist’s Footsteps

La storia dei denti di Edie

Nuova Scozia, giugno-settembre 1953

Quell’estate degli anni Cinquanta avevo ventiquattro anni, un’età in cui ti senti esperto della vita, e dato che studiavo medicina mi sentivo più esperto di tanti altri. Dopo aver terminato l’anno alla facoltà di medicina di Halifax, tornai alla fattoria a Sandford per dare una mano col raccolto. Arrivai da Halifax sobbalzando a bordo della mia Ford di seconda mano giallo brillante. Era una gioia tornare, malgrado Sandford sia il classico paesino tranquillo che tutti immaginano, e anche piuttosto solitario. Non possiamo vantare le colline ondulate e le coste scoscese da cartolina tipiche della Nuova Scozia; Sandford, che si trova tra la zona delle miniere e lo stretto, si estende su una prateria di sterpaglie, popolata più da larici e cespugli di mirtilli che da qualsiasi altra pianta rigogliosa presente in natura. Sandford è il paese in cui sono nato, una distesa disordinata di fattorie isolate, con una pompa di benzina all’incrocio, un piccolo supermercato, un negozietto che vende un po’ di tutto e due chiese. Eppure, in un posto così, c’è molta più vita e animazione di quanto si potrebbe immaginare passando per caso in macchina in un villaggio sperduto.

La prima sera uscii per una bevuta con alcuni ragazzi del luogo, e la mattina dopo mi godetti il privilegio di dormire fino a tardi riservato a chi torna a casa. Dopodiché tutti, incluso me, si aspettavano che mi sarei alzato all’alba e dato da fare. Ricordo che ciondolai in cucina quel mattino; c’era odore di caffè e di pane che cuoceva in forno. Mia madre stendeva la sfoglia e dava istruzioni a Edie, impegnata a fare il bucato. La presenza di Edie non mi sorprese; veniva spesso a “lavorare” per noi o per altre famiglie. Dicevano tutti che nessuna era più brava nelle faccende di casa, anche se era un po’ tonta. Era una donna corpulenta, grassa e informe, col viso rosso tondo come la luna e la testa piccola, e un grosso bozzo di capelli neri e opachi legati stretti che formavano una specie di seconda testina. Edie aveva più o meno quest’aspetto da quando ero bambino.

«Ecco Dan di ritorno da Halifax» annunciò educatamente mia madre.

Il viso rosso e stranamente senza rughe di Edie fece capolino in mezzo al vapore come il sole in mezzo alla nebbiolina, e lei mi fece un sorriso a labbra strette, una specie di parodia della Monna Lisa. Io ricambiai con un largo sorriso. Edie non era portata per la conversazione, ma sorridere le piaceva. Mi versai una tazza di caffè, e osservai le sue mani rugose intente a strofinare con cura. Faceva dei movimenti lenti e meticolosi che ispiravano calma a guardarli. Edie aveva cominciato a fare pulizie di ogni genere molti anni prima, quando le mogli dei fattori, ansiose di darle una mano, l’avevano istruita. Sembrava curiosa, come vocazione, per una che abitava in una baracca di carta catramata vicino ai boschi.

Edie viveva con la madre, una megera di quelle che fanno paura ai bambini.

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