icerbox Faulkner soldati by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

7

Il dottor Gary poteva ballare il valzer con un bicchiere pieno d’acqua sulla testa, senza versarne una goccia. Non gli piacevano i balli più moderni, quelli nevrotici. «Tutti a saltare di qua e di là, come tante scimmie. Perché cercare di far qualcosa che una bestia può fare tanto meglio?» era solito dire. «Ma un valzer: un cane, o una mucca, posson ballare un valzer?». Era un uomo piccolino, calvo e azzimato, e alle donne piaceva. Dei modi così carini, al capezzale. Il dottor Gary era molto richiesto, sia professionalmente che dal punto di vista mondano. Inoltre aveva prestato servizio in un ospedale francese nel ’14, ’15 e ’16. «Un inferno» lo descriveva. «Lunghi corridoi di escrementi e di vernice rossa».

Il dottor Gary, seguito da Gilligan, discese tutto elegante dalla stanza di Donald, rassettando il piombo della giacca, pulendosi le mani con un fazzoletto di seta. Il pastore apparve enorme dal suo studio, dicendo: «Be’, dottore?».

Il dottor Gary si arrotolò una smilza sigaretta da un sacchettino di tela, riponendo poi il sacchettino nel suo rifugio nel risvolto del polsino. Portato in tasca, faceva un rigonfio nella stoffa. Accese un fiammifero.

«Chi gli dà da mangiare, a tavola?».

Il pastore, sorpreso, rispose: «Emmy gli dà i pasti – voglio dire, lo aiuta» precisò.

«Lo imbocca?».

«No, no. Gli guida la mano, tutto qui. Perché lo domanda?».

«Chi lo veste e lo sveste?».

«Il signor Gilligan, qui, lo assiste. Ma perché...».

«Deve vestirlo e svestirlo come un bambino, non è così?» si rivolse di scatto a Gilligan.

«Più o meno» ammise Gilligan. La signora Powers uscì dallo studio e il dottor Gary le fece un breve cenno con la testa. Il pastore disse:

«Ma perché fa queste domande, dottore?».

Il dottore lo guardò sarcastico. «Perché? Perché?» si volse verso Gilligan. «Glielo dica» disse aspro.

Il pastore fissò Gilligan. Non dirlo, sembravano implorare i suoi occhi. Gilligan abbassò lo sguardo. Rimase lì in silenzio a fissarsi i piedi e il dottore disse, bruscamente: «Il ragazzo è cieco. Tre o quattro giorni, che è cieco. Come abbia fatto a non accorgersene, proprio non lo so». Si aggiustò la giacca e prese la bombetta. «Perché non glielo ha detto?» domandò a Gilligan. «Lei lo sapeva, no? Be’, non ha importanza, farò un’altra scappata domani. Buongiorno, signora. Buongiorno».

La signora Powers prese il pastore sottobraccio. «Lo odio, quell’uomo» disse. «Maledetto piccolo snob. Ma non si preoccupi, zio Joe. Si ricordi, quel dottore di Atlanta ce l’aveva detto che avrebbe perduto la vista. Ma i dottori non sanno tutto: chi sa, forse quando starà bene e sarà più forte la vista gli potrà esser restituita».

«Sì, sì» assentì il pastore, aggrappandosi a quel fuscello. «Lasciamo che si rimetta, e poi si vedrà».

Si girò, pesante, e rientrò nel suo studio. Lei e Gilligan si guardarono per un lungo istante.

«Mi metterei a piangere, per lui, Joe».

«Anch’io – se servisse a qualcosa» rispose lui, cupo. «Ma per l’amor di Dio, non faccia entrare nessuno, oggi».

«No, penso proprio di no. Però è difficile rimandarli indietro: hanno le migliori intenzioni, sono dei vicini così gentili».

«Gentili un corno.

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