icerbox Laymon peso by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

DISASTRO

Quando sei tornata a casa per le vacanze di Natale mi hai guardato, hai scosso la testa e mi hai domandato: «Che cosa stai facendo a te stesso?».

Mi hai fatto salire sulla bilancia e sei rimasta a guardare.

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Ti ho chiesto di andartene, poi mi sono tolto tutti i vestiti e sono salito di nuovo sulla bilancia.

132.

In tre mesi e mezzo avevo preso più di venti chili. L’unica cosa positiva era che ti disgustavo quando mi comportavo come se non me ne importasse niente.

Il giorno successivo tornai a casa dal mio giro come piazzista di coltelli Cutco, e ti trovai in camera tua. «Perché dici così?» ti sentii dire a qualcuno al telefono. «Glielo dirò quando non avrò scelta. Ora non è il momento. Verrò a trovarti appena potrò».

Non sapevo con chi stessi parlando, ma dal tono sommesso e affettuoso si capiva che non era Malachi Hunter. Anche se aveva avuto un bambino con un’altra, Malachi Hunter non ti lasciava in pace. Non tanto perché ti rivolesse con sé, ma perché non gli andava giù che tu potessi volere un altro. Ogni volta che si autoinvitava da noi mi chiedevi di restare a casa. Appena sentivo la sua auto accostare nel vialetto andavo a recuperare la tua pistola da sotto il cuscino e me la infilavo in tasca.

La sera in cui ti sentii mormorare al telefono, Malachi Hunter entrò in camera mia senza bussare. Avevo la pistola sotto le coperte, tra le cosce. Non mi disse Ehi, né Come va o Che si dice. «L’uomo bianco ti avrà, in un modo o nell’altro» proclamò. «Non puoi fare lo studioso nero ed essere libero, a meno che tu non sia indipendente a livello economico. E non puoi essere indipendente a livello economico lavorando per l’uomo bianco. Diciamo che tua madre debba andare alla conferenza dei rivoluzionari a Nairobi. Per intelligente che sia, secondo te ce li ha i soldi per il viaggio?»

«C’è una conferenza dei rivoluzionari a Nairobi?»

«Laymon,» disse «presta attenzione. Non sei uno scrittore? Usa l’immaginazione, santiddio».

Comparisti sulla soglia e gli dicesti di andarsene. Non litigaste. Non vi metteste a discutere. Malachi Hunter ti rise in faccia e continuò a parlare come se tu non ci fossi. «Ancora non è libera, Laymon» disse. «È la donna più sveglia del mondo, ma non è libera. In questa casa c’è fin troppi negri mangiaformaggio che pensano che “negro libero” sia un ossimoro. Sono allergico alle case come questa. Tanti saluti, Laymon».

Seguii Malachi Hunter fino alla porta d’ingresso. Rimasi sul vialetto finché non vidi più i fari della sua Jaguar.

Più tardi, quella sera, bussasti alla porta della mia stanza. Stavo scrivendo un saggio satirico sul Millsaps College, zeppo di parole che definivo «vocaboli alla Laymon».

«Posso entrare, Kie?» hai chiesto.

Ho posato il taccuino senza fiatare. Ti sei seduta sul bordo del letto con gli occhi fissi sulla moquette. Volevi che ti facessi una domanda, ma non avevo nulla da chiederti se non «Che succede?».

«Non lo so, Kie» hai risposto. «A volte ho l’impressione di passare da un disastro all’altro».

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