icerbox Oates figlia by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

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Andò così. Mantenne la sua promessa. Lei non ne dubitò mai.

“Qui starai al sicuro. È un posto tranquillo. Non è come in città. Non si può stare sempre in giro, non è bene per una donna che aspetta un figlio. Vedi, laggiù c’è un negozio di alimentari. Cinque minuti a piedi. Se non ci sono, quando vuoi puoi arrivare giù in città, per la strada lungo il canale. Ti piace passeggiare, no? Non ho mai conosciuto una che cammina come te! O puoi farti dare un passaggio, ci sono un sacco di vicini qui. La moglie di Meltzer ti può accompagnare quando ci va. Farò installare il telefono, e stai certa che ti chiamerò quando sono via. Farò in modo che non ti manchi niente. Questa volta dovrai prenderti più cura di te. Forse dovresti smettere di bere. È colpa mia, mi sa che sono stato io a incoraggiarti. È anche una mia debolezza. Rimarrò qui il più possibile. A dire il vero sono stanco di stare sempre in giro. Sto valutando l’idea di comprare una casa in città, magari anche una taverna. Vedremo.”

Le diede un bacio e le sorrise, scoprendo i grandi denti da cavallo.

“Lo sai, piccola, che sono pazzo di te, eh?”

Lo sapeva. Era alla quarta settimana di gravidanza, e questa volta il bambino sarebbe nato.

“Perché si chiama ‘Poor Farm Road’?”

Era spaventata, e naturalmente faceva delle domande, così per gioco.

Ma Tignor la sorprese, conosceva la risposta: tanto tempo fa, forse un secolo prima, in quel posto sorgeva una fattoria di gente povera, a circa un chilometro e mezzo su quella strada, dove adesso si trovava una scuola. Tignor credeva che avesse avuto qualcosa a che fare con la costruzione del canale.

Edna Meltzer lo confermò, un tempo c’era una fattoria di poveracci proprio sulla strada: “Me la ricordo molto bene, ero piccola allora. Era abitata per lo più da persone anziane. Erano malati o troppo vecchi per lavorare la terra, e la vendettero per due soldi. All’epoca non c’era l’‘assistenza sociale’ che c’è oggigiorno: non esisteva ‘l’imposta sul reddito’, la ‘previdenza sociale’, niente del genere.” La signora Meltzer sbuffò, forse disgustata al pensiero che a quel tempo la vita fosse così dura, o magari al contrario, il disgusto era per i tempi moderni, in cui la gente si era infiacchita. Era una donna corpulenta, con un faccione tondo, occhietti dallo sguardo penetrante e un’aria materna, che sembrava succhiare ossigeno dalla stanza.

I Meltzer vivevano a circa mezzo chilometro da lei, erano la famiglia che abitava più vicino lungo la Poor Farm Road. Il signor Meltzer era il proprietario della stazione di benzina con annesso garage “Riparazioni Auto Meltzer”, dove campeggiava un grosso cartello con le lettere tondeggianti ESSO. Rebecca non era riuscita a capire che tipo di legame unisse Meltzer a Tignor. Si conoscevano, ma non erano veri e propri amici.

Tignor la mise in guardia: “Non ti mettere a chiacchierare con la vecchia, eh? A una vecchiaccia come quella, coi figli adulti, non parrebbe vero di ficcare il naso nei fatti nostri, capito? Ma ormai dovresti aver imparato la lezione.

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