icerbox Pedulla fortuna by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Il nostro amico

Diruit innumeros hoc tempore mercatores

(Non tutum est hodie credere) sola fides.

JOHN OWEN

Come me lo conobbero in molti, forse. Venezia, la fine di maggio, una quindicina di anni fa, l’inaugurazione di una Biennale d’Arte: l’ennesima. Duemilatre? Duemilacinque? Al piú tardi duemilasette (non contavamo già piú in lire, a quel tempo). Concentrandomi meglio forse potrei ricostruire persino l’edizione esatta, un aiutino e la memoria fa miracoli, ma bisognerebbe pensare a chi c’era, ai padiglioni e ai curatori, perché in questi casi le opere e gli artisti sono l’unico elemento cangiante su uno sfondo inerte di cupole, ponti, giardini e aperitivi. La solita Venezia primaverile, e il solito Martini. Ma l’anno preciso non ha grande importanza e questi sono solo dettagli trascurabili; a Nizza o a Vevey sarebbe stato lo stesso, o a Kassel, prevedibili come tutto quanto il resto, nonostante in questi casi un paesaggio alpino o un lungomare gremito di palme vengano a sostituirsi all’acqua immobile della laguna.

Ero atterrato direttamente da Mosca, un temporale aveva rischiato di rovinare la cerimonia di apertura e invece eccoci lí a sorseggiare il secondo o terzo cocktail in terrazza su un Canal Grande magnanimamente turistico, la camicia fresca appena indossata in albergo e una gran voglia di bere nonostante quell’umidità cosí assurda e punitiva persino per Venezia a fine maggio. Pure questo lo ricordo. E il mio interlocutore, certo: ricordo anche lui. Si trattava di un vecchio conoscente che ci ha lasciati un paio di anni fa e del quale adesso fatico a rammentare il nome: una persona distinta e noiosa che aveva trascorso la vita a commerciare con l’Oriente, noiosa e distinta in dosi uguali, sebbene nel suo caso nessuno avrebbe saputo dire con esattezza dove cominciasse la noia e dove terminasse la distinzione.

Anche lui d’altra parte pareva annoiarsi, ma come se da molto tempo la cosa avesse smesso di dargli fastidio. Possedeva una collezione davvero imponente di fotografia, a Lugano (una collezione di cui, già allora, nell’ambiente parlavano tutti con rispetto), e in effetti avresti detto che il mercato dell’arte contemporanea fosse l’unica cosa in grado di riscuoterlo per un istante da quella flemma estenuata. Allora, a volte, potevi persino sentirlo parlare con un certo trasporto, che però lui era abilissimo a ricondurre rapidamente entro i confini dell’indolenza abituale, come un altro si sarebbe preoccupato di rimediare a una terribile gaffe prima che producesse danni irreparabili. Incontrarlo in un luogo come Venezia, alla fine di maggio di un anno dispari, era una certezza, ma nel suo caso una tale ineluttabilità aveva qualcosa di vagamente minaccioso.

Io promettevo, promettevo sempre (promettere, in questi casi, non costa niente). Sí, sarei andato, al mio prossimo passaggio in Svizzera: era deciso. Avevo appena rinnovato il mio impegno di visitare la sua collezione (August Sander, Cartier-Bresson, Alfred Stieglitz, Leni Riefenstahl… ce li aveva tutti) quando sentii una pressione sulla parte superiore dell’avambraccio: una mano che si posava con confortante intimità e che indicava inequivocabilmente l’arrivo di un amico venuto a riscattarmi dal rituale della noia con vista sul Canal Grande.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.