icerbox Rajchman Treblinka by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

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1 “Dentisti, fuori!” (N.d.T.)

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Gli ebrei di Ostrowiec sono condotti nelle camere a gas di notte. Oppongono resistenza. Lo stupore di Mathias, il comandante del campo. Un nuovo divertimento. Le vittime smaniano per entrare nelle camere a gas.

Fino al 15 dicembre i convogli sono arrivati regolarmente in ragione di circa diecimila persone al giorno. Se un convoglio arrivava a Treblinka dopo le sei di sera, di solito la gente non veniva gasata il giorno stesso. Il treno si fermava in stazione, ed entrava nel campo solo la mattina successiva.

Il 10 dicembre un convoglio di ebrei di Ostrowiec era fermo alla stazione, ma il comando del campo è stato informato che la mattina dopo sarebbe giunto a Treblinka un nuovo trasporto. Il comandante ha dato disposizione che portassero gli ebrei di Ostrowiec nelle camere a gas di notte. L’ordine è stato eseguito. Noi eravamo già chiusi nella baracca e non abbiamo visto niente. Abbiamo soltanto udito le solite grida. Ma quando siamo andati al lavoro la mattina successiva, abbiamo scoperto le tracce degli avvenimenti della notte. Gli addetti alla rampa hanno aperto le porte delle camere a gas e hanno cominciato a estrarne i cadaveri. I portatori li hanno trasportati fino alle fosse. Questa volta però, insieme ai pulitori della cosiddetta brigata dello Schlauch, hanno dovuto svolgere anche un altro lavoro.

L’intero corridoio dell’edificio che ospitava le tre camere a gas più piccole era ingombro di cadaveri. C’era sangue coagulato fino all’altezza delle caviglie. Abbiamo saputo dagli ucraini quello che era accaduto. Un gruppo di una ventina di uomini che venivano condotti nelle camere, si era rifiutato di entrare. Era scoppiata una rivolta. Gli uomini, completamente nudi, si erano difesi a pugni e non si erano lasciati rinchiudere. Allora le SS avevano fatto fuoco con i fucili automatici nel corridoio, e avevano abbattuto sul posto i resistenti.

I portatori hanno sgombrato i cadaveri, i pulitori hanno lavato il corridoio. Come al solito gli imbianchini hanno passato una mano di calce sui muri macchiati del sangue e del cervello delle vittime. Ancora una volta l’edificio era pronto ad accogliere nuove vittime.

Poi il comandante Mathias è entrato da noi dentisti, e si è rivolto al dottor Zimerman, il nostro capogruppo:

“Capisci dottore, quelli credevano di fregare noi!”

Mathias era sinceramente sorpreso, sconcertato. Non riusciva a capire perché quegli ebrei non si fossero lasciati uccidere di buon grado, per lui era un fenomeno anomalo.

Quella giornata fu particolarmente faticosa. Dopo il primo convoglio ne arrivò subito un altro, e il caso volle che ci fossero molti denti falsi e corone da estrarre.

Quando una parte dei cadaveri era stata trattata, i denti venivano raccolti in due ciotole, e due dentisti li portavano al pozzo per sciacquarli prima di portarceli nella baracca perché proseguissimo il lavoro. Da noi c’era sempre una riserva di denti, e se non fossero stati ripuliti dal sangue e dai residui di carne rimasti attaccati, avrebbero finito per ammorbare l’aria.

Se capitava di fare una breve pausa quando avevamo finito di sgombrare una camera a gas e

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