icerbox Roversi Psychokiller by Unknown

autore:Unknown
Format: epub

Milano, via Melzi d’Eril

Al giudice Gianmarco Benedetti non dispiace se Ruiz fuma in casa sua. Del resto, lui stesso è una ciminiera; non fa in tempo a finire una Marlboro che già ne ha accesa un’altra. Per il commissario è un invito a nozze. Fa solo fatica a rifiutare il whisky scozzese che l’altro sta bevendo sprofondato nella sua poltrona di pelle nera.

Al centro dello studio in cui si trovano troneggia un’enorme scrivania in mogano e, sulla parete opposta, una libreria fatta dello stesso legno è ricolma di testi giuridici e romanzi polizieschi.

Il distillato di malto è custodito in una preziosa bottiglia di cristallo. «Si serva pure, commissario» lo esorta per la terza volta Benedetti mentre rabbocca il suo bicchiere.

Ruiz consulta l’ora sulla grande pendola appesa al muro. Le 11.20. “Dieci minuti” pensa. Quella è la regola d’oro che si è imposto: se riesci a non toccare alcol fino alle undici e mezza non ci sei dentro, non sei un alcolista. La sambuca che ha bevuto insieme al caffè un’ora prima non conta. Serviva solo per svegliarlo.

Quel pensiero lo fa sorridere. “Sono straordinarie le giustificazioni mentali che ci diamo noi alcolisti per poter dire di non esserci ricaduti!”

«No grazie» risponde alla fine. «Possiamo farle qualche domanda?»

Benedetti abbozza.

I due poliziotti di guardia li hanno fatti entrare senza tante storie. Ruiz e Tedesco avevano preannunciato il loro arrivo per telefono. Niente sorprese, il minimo fra colleghi. Gli hanno fatto lasciare i ferri all’ingresso, poi li hanno perquisiti con cura e infine introdotti nello studio del giudice.

Benedetti ha le dita e i denti gialli di nicotina. Non fuma perché ha paura che lo ammazzino, fuma perché gli piace da matti. Non è nemmeno la prima volta che è sotto scorta: quando stava all’Antimafia ha trascorso cinque anni con accanto gli angeli custodi dello Stato. Sorseggia il suo whisky con calma e aspetta le domande. Non c’è traccia di nervosismo nei suoi movimenti, semmai una punta di rassegnazione.

«Ha idea di chi voglia ucciderla?»

«Ho i miei sospetti.»

«Me li dica, prego.»

«Immagino siano gli stessi a cui avrete pensato anche voi.»

«I familiari della Locatelli?»

«Tra gli altri.»

«Non siamo in tribunale, dottore. Se ha delle ipotesi le esponga chiaramente.»

Benedetti si piega in avanti e fissa il suo interlocutore dritto negli occhi. «Quanti anni è che fa il poliziotto, Ruiz?»

«Tanti.»

«Io sono in magistratura da trentacinque. Ne ho viste di tutti i colori. Ho condannato assassini, stupratori, camorristi, mafiosi, papponi e ogni genere di rifiuto umano; ho ricevuto minacce fisiche e verbali. Non mi stupisce più nulla, quindi non mi sorprenderebbe che una famiglia che ha visto assolvere l’unico imputato per l’omicidio della propria figlia possa pensare a un gesto di vendetta. Tuttavia, sono convinto che quelle siano persone perbene che non si abbasserebbero mai a questo livello. Senza considerare poi le difficoltà che incontrerebbero...»

«Si spieghi meglio.»

«Crede davvero che sarebbero in grado di uccidere due magistrati nelle loro abitazioni con le modalità che ho letto in questi rapporti?» Sventola gli incartamenti che tiene accanto alla bottiglia. «L’assassino strangola le sue vittime, le riprende e poi invia un bel video ricordo a lei, commissario Ruiz.

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