Il Cammino by Mario Bianchi

Il Cammino by Mario Bianchi

autore:Mario Bianchi [Bianchi, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Memorie
editore: Simonelli Editore
pubblicato: 2018-04-25T00:00:00+00:00


IL CAMMINO

FRÓMISTA

Arrivata la sera non ho sonno e nessuna voglia di ritirarmi in una camera soffocante dell’ostello: non sono per nulla affaticato, avendo riposato parecchio durante il pomeriggio, prima di cena. Quindi, vado a far quattro passi fino al bar nei pressi della piccola piazza vicino alla chiesa, al centro del paese, prolungando la serata davanti a una birra e ascoltando le chiacchiere di alcuni tira tardi del posto che, per quanto ne capisca, stanno discutendo sugli avvenimenti del giorno, ognuno esponendo le proprie opinioni, come credo succeda un po’ dappertutto.

Comincio a sviluppare il desiderio di compiere una tappa notturna e lo sento farsi sempre più saldo. Pensando ai pro e ai contro, torno all’ostello dove, dormono tutti e, preso lo zaino, esco nel buio. La natura attorno si era assopita e nel cielo brilla una scia luminosa: la Via Lattea indica a ovest il Cammino del Campo della Stella, la lunga strada da percorrere.

A volte vale la pena di lasciarsi andare e perdersi nella notte: infilarsi lungo un sentiero che corre a mezza costa di un arido pendio, alla ricerca di paesi ignoti e nuove mete da raggiungere, a loro volta seguite da altrettante partenze.

Mi spoglio di tutto, persino del desiderio di assaporare il frutto del Cammino e apro gli occhi, la mente e il cuore al buio notturno. Poso lo sguardo sul sentiero confuso nell’oscurità davanti ai miei piedi e sulla fila d’alberi che alla mia sinistra si levavano al bordo della strada, poco più in basso. In cielo, tra le tante stelle, la luce pallida della luna dava all’ambiente un aspetto esangue. Tolgo il fardello dalle spalle, gli siedo accanto sul ciglio di un campo di grano e respiro a pieni polmoni l’aria fresca e tonificante della meseta di notte. Una baraonda di pensieri insoliti e dialoghi interiori scivola fino nel profondo dell’animo alla ricerca di una risposta che non riesco a trovare, perdendosi nel nulla.

Con una mano accarezzo la terra sulla quale sono seduto. Sorretta da un amore di verità e di giustizia, essa guarda il suo lento ma continuo declino senza sbigottirsi. Mi riconosco in rapporto con lei, umile e fatto degli stessi elementi concreti, fissi nel tempo e nello spazio. Questa presa di coscienza qualche giorno fa mi procurava dolore, ma ora, nel buio della notte, guardo il mio corpo come guardo la terra, essendone parte: non mi turba che entrambi si dissolveranno. Anch’io sono parte di un ordine e di una bellezza che prima d’ora non conoscevo, perché lo impediva la mancanza di umiltà, nel riconoscere la mia condizione. Tutto è come dev’essere: dalla gioia mi commuovo.

Torno in me all’improvviso rumore di un piccolo animale, forse una volpe, che scappa impaurito tra le spighe di frumento, giù dal pendio.

Poi solo silenzio.

Quanto mi attrae il mondo, così bello e misterioso, vigile e indifferente ai destini terreni. Noi che, presuntuosi, lo vorremmo dominare alterando le sue regole immutabili per trarne maggiori favori; lui che ci nutre lo stesso, auspicandosi un tacito accordo, mentre invece incuranti ne insultiamo la superficie, e dalle sue viscere leviamo molto più di quanto ci serva.



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