Il capro espiatorio by Daphne du Maurier

Il capro espiatorio by Daphne du Maurier

autore:Daphne du Maurier [Maurier, Daphne du]
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2019-07-12T21:00:00+00:00


15

Ricordo che sentii arrivare il canto dell’Angelus di mezzogiorno dalla chiesa del villaggio e subito dopo voci dal castello mentre il giardiniere Joseph, in compagnia credo di Robert, usciva da una porta laterale e si dirigeva verso gli edifici annessi. Ero nascosto dai rami bassi del cedro e non mi videro. Quando furono scomparsi, passai attraverso la porticina nelle mura e mi incamminai rapidamente oltre il fossato, sul sentiero dei castagni, poi lungo uno dei viali e nei boschi. La meta e la distanza che avrei percorso mi erano indifferenti, sapevo soltanto di dovermi allontanare in modo da essere irreperibile, e decidere in qualche modo un piano d’azione. La soluzione più ovvia era quella di fingermi malato: improvvisi capogiri, o dolori misteriosi alle gambe… Ma ciò avrebbe significato una visita immediata del dottor Lebrun, il quale si sarebbe reso subito conto che non avevo proprio nulla. Il semplice pretesto di brividi o di qualche vago malessere non poteva bastare. Il signore di St.-Gilles non sarebbe certo rimasto a letto il giorno della grande partita di caccia solo per un po’ di mal di stomaco. D’altronde, l’incubo non era rappresentato soltanto dall’indomani; sarebbe incominciato alle due, non appena Robert fosse tornato a prendere ordini.

Mi domandai se potessi servirmi di Françoise come pretesto, ma sarebbe stato troppo lontano dal carattere di Jean de Gué. Per quanto indisposta avesse potuto essere sua moglie, la cosa lo avrebbe lasciato indifferente. Avrei potuto, naturalmente, salire in macchina e scomparire, finirla in questo modo con la messinscena. Nulla me lo impediva, a qualsiasi ora del giorno o della notte. Questo forse era il momento più opportuno. Ero riuscito a tirare avanti fino a ora perché non avevo trovato davanti a me alcun ostacolo realmente insuperabile. I rapporti familiari non mi avevano schiacciato, né ero stato battuto dagli incontri al di fuori della cerchia familiare, dalle difficoltà della lingua, dai rischi di una routine a me sconosciuta, da incomprensibili situazioni di affari e di finanza. Mi ero tuffato in questo mondo ignoto come un viandante imprudente in una palude, affondando sempre più a ogni passo, trovandomi a ogni movimento disperato più che mai prigioniero. Ma, più fortunato di lui, se anche mi sentivo trattenuto e risucchiato dalle profondità, non avevo che da gettarmi all’indietro per essere libero, per tornare al passato e recuperare l’io abbandonato a Le Mans.

Percorsi e ripercorsi i viali ora nelle profondità dei boschi in penombra, ora emergendo a un tratto dall’oscurità, dal momento che ogni viale convergeva a sua volta nello spiazzo dov’era la statua, come a indicarla con una freccia di luce. Non vedevo alcuna via d’uscita a quel dilemma, alcuna soluzione possibile alla situazione ridicola nella quale ero venuto a trovarmi, a meno che non avessi ammesso la sconfitta.

Con lentezza percorsi uno dei viali fino alla statua, e rimasi accanto a essa contemplando il castello. Il cielo si era annuvolato. Al posto del radioso azzurro del giorno prima, un pallore autunnale mascherava il sole acquoso. Il castello stesso sembrava grigio e



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