Il Cavaliere Normanno by Catherine March

autore:Catherine March
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Romanzo Storico
editore: Harlequin Mondadori
pubblicato: 2004-01-01T23:00:00+00:00

«Julia?»

Brontolando lei si scrollò di dosso la mano fastidiosa che le scuoteva la spalla.

«Svegliati. È l’alba ed è ora di alzarsi.»

Julia gemette di nuovo e affondò la testa nel supporto caldo e confortevole della spalla del marito, spossata dal peso di una fatica immane e di troppo poco riposo. Fu strappata di colpo dal sonno quando le sue labbra furono catturate da un paio di ferme labbra maschili e una barba ispida le graffiò il mento. Aprì gli occhi di scatto e si ritrovò a fissare quelli neri e scintillanti di Falk. Per rappresaglia serrò i denti, negando l’accesso alla lingua di lui, al che suo marito sollevò il capo e sorrise.

«Vedo che ho catturato la tua attenzione.»

Con un’occhiata truce lei borbottò: «Che bel modo di darmi il buongiorno».

«Bello davvero.» Ridendo, Falk le diede una pacca sul fondoschiena. «Adesso alzati e mettiti gli stivali. C’è molto lavoro da fare se vogliamo trasferire questo serraglio dalle spiagge inglesi alla Normandia.»

Julia si mise lentamente a sedere, strofinandosi gli occhi e stiracchiando le membra intorpidite. Intorno a loro anche gli altri si stavano alzando e vestendo. Lei voltò deliberatamente le spalle ai loro vicini, non osando affrontarli alla luce del giorno. Alzando gli occhi, incontrò quelli del marito e lui non poté trattenere un sorriso osservando il rossore che le tingeva le guance. Aveva indovinato subito la direzione dei suoi pensieri.

In tutta fretta Julia si chinò a raccogliere gli stivali dal pavimento e li infilò. Poi si pettinò alla bell’e meglio con le dita e raccolse i capelli in una treccia ordinata. Non era una treccia molto lunga; ci sarebbero voluti molti mesi perché i suoi capelli raggiungessero la gloriosa lunghezza di prima, ben sotto i fianchi. Guardando con aria risentita Falk che, un braccio appoggiato alla parete, guardava da una stretta feritoia le navi che dondolavano nel porto sotto la scogliera, si chiese se avesse conservato i capelli che le aveva tagliato.

Tuttavia, al momento quella era l’ultima delle sue preoccupazioni. Aveva un bisogno disperato di liberarsi la vescica e si guardò intorno con aria preoccupata.

Notando la sua espressione, Falk domandò: «Che cosa c’è?»

«N… niente.»

«Dimmelo.» Lui venne a inginocchiarsi ai suoi piedi e sollevò il viso per guardarla negli occhi. «È ora che ti fidi di me, Julia, perché io sono tuo marito ed è mio dovere occuparmi di te. Nessun altro lo farà.»

«La cosa non mi è sfuggita» sospirò Julia. «Se proprio vuoi saperlo, ho bisogno del garde-robe.»

«Tutto qui?» Lui le porse la mano. «Vieni, ne ho bisogno anch’io. Lo cercheremo insieme.»

Uscirono dal dormitorio e imboccarono il corridoio. Julia doveva ammettere con se stessa che era felice dell’alta presenza del marito al suo fianco, di sentire la mano grande e forte di lui che stringeva la sua. Falk la condusse lungo diversi passaggi poco illuminati e strette scale a spirale e, ricordando la rissa scoppiata tra i cavalieri la sera prima e la presenza sempre in agguato di Gilbert de Slevin, lei non si lamentò della stretta possessiva di suo marito.

Scudieri, ancelle

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