Il Cielo È Rosso by Giuseppe Berto

autore:Giuseppe Berto [Berto, Giuseppe]
Format: epub
pubblicato: 1998-01-13T22:00:00+00:00

Carla scoppiò a ridere.

« Bene », disse Tullio. « Che tu possa diventare vecchia di cent'anni, Carla. »

« Oh, che brindisi », fece Carla.

« Che noi possiamo essere sempre così uniti e contenti come oggi », disse Daniele.

Carla vuotò la tazza senza staccare le labbra.

« Se non vai piano ti capiterà come l'altra volta » disse Tullio.

Carla si strinse nelle spalle. « E’ dolce », disse.

« Dolce e forte », disse Tullio. « Ti tradirà di sicuro. »

Daniele rise scioccamente, perché era contento e vedeva le cose leggere.

Prepararono la tavola con solennità. Stesero una tovaglia che Giulia si era fatta prestare non si sapeva dove, e misero nel centro un barattolo di latta con i calicantus. e vicino ai fiori i due candelieri di Carla.

« Adesso sembra un funerale, coi fiori e le candele », disse Tullio.

E Carla disse: « Non parlare in questo modo Tullio. Porta sfortuna ».

Era già buio fuori, quando cominciarono a mangiare. Carla si era seduta fra Tullio e Daniele, e si preoccupava di mantenere sempre piene di vino le loro tazze. Tullio però non bevve molto, perché doveva uscire, quella notte. Giulia non beveva vino, e neppure la piccola Maria. Pareva felice, la bambina, per le cose buone che c'erano da mangiare, e perché gli altri parlavano e ridevano forte, e per il collo nuovo di coniglio. Ripeteva di continuo il gesto di strofiare una guancia contro la pelliccia.

Dopo aver bevuto due tazze, Daniele si sentì preso dal'allegria, e rideva più di prima, anche senza che ce ne fosse motivo.

« Non farlo più bere, Carla », disse Giulia. « Non è abituato, e starà male. »

Carla guardò il viso preoccupato che faceva Giulia, e si mise a ridere senza fine. Essa aveva bevuto più di tutti, rideva nello stesso modo di Daniele.

« Non ci pensare, Giulia », disse Tullio. « Quando sarà ubriaco si metterà a letto, e domani starà meglio di prima. »

« Ma non bisognerebbe che si ubriacasse », disse Giulia.

Tullio le sorrise. « Non ci pensare », disse.

Giulia non disse più nulla, ma non perse la sua aria preoccupata.

Ad un certo punto Tullio si alzò. « Adesso devo andare », disse.

Carla smise improvvisamente di ridere, e fissò gli occhi sul viso serio di Tullio. Pareva che ci fossero loro due soli nella stanza. « Non puoi lasciar perdere per questa sera? » essa domandò.

« No », rispose Tullio. « Mi dispiace. »

« Vorrei che tu restassi », disse Carla.

Tullio tese una mano verso i suoi capelli e glieli scompigliò un poco, come se fosse ancora allegro, ma non era più alegro. «Anch'io sarei contento di restare» disse. Poi si rivolse, alla bambina. «Vieni, Maria », disse. «Ti porto a casa. »

Uscirono, e nella cucina ci fu silenzio per qualche tempo. Tullio faceva sempre pensare alle cose difficili della vita, ed essi ne sentivano il peso, anche essendo così mezzo ubriachi. Tuttavia non durò molto, e Carla si mise di nuovo a ridere. « Beviamo », disse.

Nel fiasco non c'era più vino, ma Tullio aveva lasciato la sua tazza piena.

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