Il Delta Di Venere by Anais Nin

Il Delta Di Venere by Anais Nin

autore:Anais Nin [Nin, Anais]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:26:22+00:00


IL BASCO E BIJOU.

Era una notte piovosa, le strade come specchi, a riflettere ogni cosa.

Il Basco, con trenta franchi in tasca, si sentiva ricco. La gente aveva incominciato a dirgli che, alla sua maniera ingenua e cruda, era un grande pittore. Non si rendevano conto che copiava dalle cartoline illustrate. Gli avevano dato trenta franchi per il suo ultimo quadro, e questo lo aveva reso euforico, bisognava festeggiare. Stava cercando una di quelle lucine ‘ rosse che promettevano piacere. Una donna materna gli aprì la porta, ma una di quelle donne materne che guardavano subito le scarpe del nuovo arrivato, per capire quanto poteva permettersi di spendere per il suo piacere. Poi, solo per togliersi una soddisfazione, indugiava con lo sguardo sulla patta dei pantaloni. Le facce non la interessavano. La sua vita era dedicata soltanto alle contrattazioni con queste parti dell’anatomia maschile. I suoi occhioni, ancora vispi, avevano un modo penetrante di trapassare i pantaloni, come se fossero in grado di calcolare la misura e il peso degli attributi dell’uomo. Era un’occhiata professionale. Le piaceva accoppiare la gente con più acume di altre madri della prostituzione. Era lei a suggerire certe unioni, ed era più esperta di una venditrice di guanti. Le bastava guardare nei pantaloni per misurare il cliente e organizzarsi per trovargli un guanto perfetto, che gli stesse a pennello. Non dava piacere se c’era troppo spazio, e non dava piacere se il guanto era troppo stretto. Maman pensava che la gente moderna aveva dimenticato l’importanza di una misura esatta. Le sarebbe piaciuto diffondere la sua conoscenza, ma agli uomini e alle donne pareva importare sempre meno, erano meno maniaci dell’esattezza di quanto non lo fosse lei. Se un uomo oggi si trovava a navigare in un guanto troppo largo, muovendosi come in un appartamento vuoto, si accontentava lo Stesso. Lasciava che il suo membro

sbatacchiasse in giro come una bandiera e se ne uscisse senza un vero e proprio abbraccio avviluppante che gli scaldasse le viscere. Oppure lo ficcava dentro bagnandolo di saliva, spingendo come se stesse cercando di infilarsi sotto una porta chiusa, intrappolato da uno spazio troppo ristretto, rattrappendosi ancor di più per rimanerci. E se per caso la ragazza rideva di piacere, o per simularlo, veniva espulso

immediatamente, perché non c’era la possibilità di espansione per i sussulti di una risata. La gente stava perdendo ogni conoscenza di una buona unione. Solo dopo aver guardato i calzoni del Basco, Maman lo riconobbe e gli sorrise. Il Basco, bisogna dirlo, condivideva con Maman questa passione per le sfumature, ed ella sapeva che non si accontentava tanto facilmente. Aveva un cazzo capriccioso. Di fronte a una vagina che era come una casella postale, si ribellava. Di fronte a un tubo

astringente, si ritraeva. Era un intenditore, un gourmet del piccolo forziere delle donne. Gli piacevano vellutate e accoglienti, espansive e aderenti. Maman si attardò a guardarlo più a lungo di quanto non facesse con altri clienti. Il Basco le piaceva, e non per il suo profilo classico, il



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