Il demone della battaglia by Gastone Breccia;

Il demone della battaglia by Gastone Breccia;

autore:Gastone, Breccia; [Breccia, Gastone]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Intersezioni
ISBN: 9788815374905
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-08-14T22:00:00+00:00


Una seconda sortita, pochi giorni dopo, ebbe maggior successo: una delle torri e varie testuggini che erano già state accostate alle mura vennero date alle fiamme dai difensori. Passarono altri giorni e gli arieti macedoni riuscirono a demolire un tratto delle mura, senza però provocare il panico tra gli uomini della guarnigione, che continuarono a battersi tenacemente sfruttando «la natura del sito elevato», che permetteva loro di bersagliare «quelli che combattevano in difesa delle macchine»[40]. Il racconto di Arriano, benché sia evidente l’intento di mettere nella miglior luce possibile Alessandro, non riesce a cancellare l’impressione di operazioni d’assedio lunghe, difficili e solo parzialmente coronate da successo. Una terza sortita «in massa» vicino al tratto di muro abbattuto e «vicino alla Triplice Porta, dove i Macedoni non se l’aspettavano», finì con un nuovo successo tattico dei Macedoni, ma pagato a carissimo prezzo: caddero tra gli altri «il somatophylax Tolomeo, Clearco capo degli arcieri, il chiliarca Adeo e altri Macedoni non senza importanza»[41].

Al termine di questa nuova e violentissima battaglia notturna, se dobbiamo credere ad Arriano – più probabile alcuni giorni dopo, viste l’importanza della decisione e le difficoltà nel metterla in atto –, Memnone e Orontobate, satrapo di Caria e quindi responsabile ultimo del destino di Alicarnasso, diedero ordine ai loro uomini di incendiare la città bassa e ritirarsi nelle due rocche che controllavano il porto[42]. I Macedoni, appena si resero conto di quanto stava accadendo a pochissima distanza dalle loro posizioni, superarono le mura abbandonate e cercarono di spegnere le fiamme, ma era ormai troppo tardi. All’alba lo spettacolo doveva essere desolante: una delle più belle metropoli dell’Asia Minore era ridotta in cenere, e Alessandro,

dopo aver esaminato le posizioni ben munite occupate dai Persiani e dai mercenari, rinunciò ad assediarle, pensando che avrebbe dovuto trattenersi non poco attorno a esse per la natura dei luoghi, e che non rappresentavano molto per lui, visto che aveva ormai conquistato l’intera città[43].



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