Il fabbricante di porcellane by Sarah Freethy

Il fabbricante di porcellane by Sarah Freethy

autore:Sarah Freethy [Freethy, Sarah]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2023-01-14T23:00:00+00:00


12

Dachau

Settembre 1938

In sogno, Max sentiva spesso il rumore di quei passi. Non capiva mai se si avvicinassero a lui o si allontanassero. Era paralizzato, non riusciva a sollevare la testa, era come se i suoi arti fossero alberi caduti con le radici in parte ancorate al terreno. Aspettava i pugni e i calci, e si raggomitolava aspettando che scoppiasse il dolore.

Quando si svegliò, l’uomo che era sdraiato nella cuccetta sopra di lui, a pochi centimetri dalla sua faccia, si stava girando, facendo piovere polvere sopra i suoi occhi mezzo aperti. Li richiuse e strisciò fuori dalla sua cuccetta. Non c’era tempo da perdere. Nelle baracche di Dachau i letti a castello erano così stretti e affollati che se eri l’ultimo a scendere ti trovavi in fondo alla coda per la fetida latrina – la Scheißhaus. Già faceva abbastanza schifo quando era stata svuotata, ma la mattina il lezzo era così forte che ti si appiccicava ai vestiti e alle narici per ore e ore.

Ogni giorno la sveglia era alle 4, prima dell’alba. Max aveva imparato a sfruttare al massimo ogni minuto. Due uomini portavano un calderone dalle cucine alle baracche dove dormivano. Max mangiava la sua misera razione da una gavetta di metallo – un oggetto molto prezioso. Eri costretto a usarla se di notte ti scappava la pipì, e perderla era una tragedia, perché senza non potevi mangiare.

All’alba si faceva l’appello davanti alle baracche. Un vento gelido gonfiava la sua uniforme mentre stava in un mare di uomini e di ragazzi, alcuni vecchi e fragili, altri giovani e terrorizzati. Erano silenziosi e sottomessi; chi non conosceva ancora le regole, presto le avrebbe imparate a suon di botte.

Per quanto fosse giovane, forte e sano, Max sentiva spesso i brividi penetrargli fin dentro le ossa. Ma non poteva permettersi di mostrare alcun cedimento. Sapeva che chi non si mostrava fermo sul posto o perdeva i sensi veniva picchiato brutalmente, o peggio; così cercava di tenersi su come meglio poteva, finché il sole si alzava e gli scaldava la faccia con la sua luce sprezzante.

L’appello mattutino aveva di buono che a un certo punto finiva, perché dovevano andare a lavorare. Quello serale invece poteva prolungarsi all’infinito. Potevano essere costretti a stare in piedi per punizione ore e ore, sotto la pioggia o finché il cielo diventava nero e venivano abbagliati dai riflettori sulle torrette di guardia.

Da quando era arrivato, il numero dei prigionieri era aumentato in modo esponenziale. Tedeschi “asociali”, ebrei e rom venivano arrestati e sbattuti a Dachau. Ammassati com’erano, dormire era quasi impossibile, anche quando non c’era il rumore dei treni che ormai arrivavano giorno e notte da ogni angolo della Germania: serpenti di ferro che scivolavano ai margini delle città, nascondendo il loro carico umano.

Dopo l’appello iniziava il lavoro, il cui scopo spesso sembrava solo quello di fiaccare lo spirito. Un distaccamento doveva scavare buche nella ghiaia, un altro trasportare vagoni carichi di grosse pietre, un altro prosciugare paludi sotto l’occhio vigile delle guardie dell’Außenkommando. Max era lieto



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.