Il fabbro, il templare e la reliquia by Lorenzo Pesce

autore:Lorenzo Pesce
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2024-07-22T12:33:52+00:00

Cap. 22

UNA CROCE D’ORO

Mancavano poco meno di due ore al tramonto e nella sala d’armi c’era ancora luce sufficiente: i raggi del sole entravano dalla alte finestre lasciate aperte. Ubertino giunse con Rupert, Martino, il capitano delle sue guardie e i Templari. Il conte e fra’ Alberico ebbero degli sgabelli, mentre gli altri rimasero in piedi.

-Dunque, cavaliere Martino Ferrarius, ora affronterai il mio capitano, Lano da Faenza. Dovrai dimostrare di saper maneggiare a dovere la spada, come dovrebbe ogni buon cavaliere. Te la senti?-

-Ho scelta?- domandò ironicamente Martino, guardando preoccupato il suo avversario, un omone di un buon palmo più alto di lui e con l’aria truce.

-No, ma un uomo coraggioso come te non dovrebbe avere timore di duellare!- replicò altrettanto ironicamente Ubertino.

-Non si tratta di timore. Ho sempre combattuto per necessità e mai per divertimento di qualcuno o per provare il mio valore. Tuttavia sono pronto!-

I due uomini indossarono un giustacuore e un casco di cuoio, afferrarono le spade ad una mano e mezza-quelle comunemente chiamate “bastarde”-da esercitazione, smussate e a punta arrotondata poi, al cenno del conte, iniziò lo scontro. Gli avversari si squadrarono attentamente, poi Lano con un urlo selvaggio si lanciò su Martino, che reagì d’istinto e parò il fendente, poi seguì una serie di attacchi del capitano, che tentò in tutti i modi di superare la difesa chiusa del giovane, senza per altro ottenere risultati visibili. In realtà Martino cominciava ad avere le braccia doloranti per il riflesso dei colpi ed era abbastanza stupito dalla foga che ci metteva l’avversario, come se si trattasse di una questione di vita o di morte. Quando Lano apparve un po’ meno lucido nel portare i colpi, il giovane ritenne che fosse giunto il momento di passare all’attacco e sfruttò alcuni dei movimenti che gli aveva suggerito Rupert durante le sue lezioni: una parata alta sulla sinistra a cui seguì immediatamente il suo colpo di attacco da sinistra a destra, dall’alto al basso. Lano non fu abbastanza veloce nella parata e fu raggiunto dalla lama smussata sul petto: se fosse stata affilata, lo avrebbe squarciato ; invece lo lasciò senza fiato e Ubertino lo dichiarò sconfitto. Lano non la prese bene: con lo sguardo torbido urlò:

-Sei stato fortunato, cavaliere! Se combattevamo con armi vere, tu eri già morto!-

-Se avessimo combattuto con spade affilate tu saresti morto prima!- rispose con tranquillità Martino e proseguì: Non capisco perché ci hai messo tanta foga, come se ce l’avessi realmente con me, come se fossi un nemico e non un avversario!-

-Il capitano non è abituato a perdere!- osservò Ubertino -Gli farà bene scoprire che c’è qualcuno più in gamba di lui. A tutti fa bene ogni tanto una lezione di umiltà!-.

Lano se ne andò bofonchiando, mentre il conte diede una pacca sulla spalla di Martino, che ricevette i complimenti anche di Rupert. Alberico fu più laconico:

-L’esame non era necessario: Martino ha dimostrato il proprio valore abbattendo briganti feroci. È uno che bada al sodo!-.

-Bene! Ora avete un’ora di tempo, poi ci vedremo a cena.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.