Il falso manoscritto by Jesús Valero

Il falso manoscritto by Jesús Valero

autore:Jesús Valero [Jesús Valero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2021-02-14T23:00:00+00:00


50

Anno 2019

«Mi dispiace», si scusò l’addetto alla reception con tono professionale e sorriso collaudato. «L’accesso è permesso soltanto ai clienti».

«La signorina, però, è un’illustre storica che sta conducendo un’importante indagine su questo edificio», mentì Iñigo ponendo particolare enfasi sul termine “illustre”.

«Non lo metto in dubbio», rispose l’altro con un’espressione che dimostrava il contrario. «Se inviate la relativa richiesta alla direzione, sono certo che vi accontenteranno».

Iñigo decise di cambiare tattica. Si appoggiò al bancone e abbassò la voce adottando un tono confidenziale.

«E non potremmo risolvere questo problema tra noi tre, senza coinvolgere nessun altro?»

«No», rispose quello senza cambiare minimamente atteggiamento.

Marta tirò da parte Iñigo e prese il suo posto, sostenendo lo sguardo dell’impiegato per qualche istante.

«Avete camere libere?», chiese allora in tono glaciale.

«Per quali date?»

«Per stanotte», rispose Marta cercando di mantenere la calma, ma tentata di saltare sul bancone e fargli ingoiare la targhetta con il nome che portava sul bavero.

Con aria professionale il receptionist consultò brevemente il suo computer.

«Ci resta una sola stanza libera, ma temo sia una delle suite executive», disse come insinuando che non fossero il genere di ospiti da potersi permettere simili camere.

«La prendiamo», rispose Marta decisa a non dare la minima soddisfazione a quell’uomo tanto indisponente.

«Sono duecento euro», disse l’uomo abbozzando un sorrisetto ironico. Marta gli fece cenno di avvicinarsi e gli parlò all’orecchio. L’uomo impallidì e il sorriso gli si spense sul viso. «Oggi però», si corresse deglutendo, «abbiamo un’offerta speciale per la suite 227, al prezzo di cento euro».

«La prendiamo», confermò Marta soddisfatta.

Una volta in ascensore, Iñigo le scoccò un’occhiata sconcertata. Marta gli sorrise con fare infantile, divertita dalla sua evidente confusione.

«Si può sapere cos’è successo lì sotto?»

«Ho deciso di giocarmela», rispose Marta. «Ho insinuato che il suo responsabile sarebbe stato molto interessato a sapere che uso facesse del computer dell’hotel».

«Ah… capisco». Iñigo parve metterci un attimo prima di capire. «E come facevi a saperlo?»

«Non lo sapevo ma, cos’avevo da perdere? E a quanto pare non mi sbagliavo», concluse con un sorriso trionfante.

«Ti sei resa conto che dovremmo dividere la stanza, vero?», chiese Iñigo con espressione altrettanto animata.

Marta si bloccò in mezzo al corridoio come se fosse andata a sbattere contro il muro. Non ci aveva pensato. Iñigo la guardava sorridente.

«Non ti preoccupare», disse facendosi improvvisamente serio. «Non attenterò al tuo onore, ricordati che sono un sacerdote».

Percorsero un largo corridoio con le finestre aperte sul chiostro e arredato con quadri che riproducevano l’Ultima Cena. Si fermarono davanti alla porta della camera e rimasero a guardare il cartellino con l’immagine di un monaco e l’appropriato titolo di “Suite dell’abate”. Marta rabbrividì al pensiero che, in quello stesso edificio, un altro abate, ottocento anni prima, aveva torturato Jean.

Aprirono la porta e si trovarono in una stanza enorme, praticamente grande quanto l’intero appartamento di Marta, arredata con mattoni a vista, travi di legno sul soffitto, mobilio di stampo classico e un grande letto matrimoniale a baldacchino. Marta guardò Iñigo cercando di non arrossire. Un divano a tre posti presiedeva un salottino annesso alla camera. A vederlo, espirò.

«Cosa preferisci, letto o divano?», chiese Iñigo serissimo, un attimo prima di scoppiare a ridere.



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