Il gatto con un occhio solo by Paula Fox

autore:Paula Fox [Fox, Paula]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2004-07-14T22:00:00+00:00

5

La forza della vita

A Ned piaceva la neve. Apprezzava il suo mormorio quando ci camminava sopra, un suono simile a quello di una candela che viene spenta, e rientrare dopo esserci stato a lungo in mezzo, per il tepore della casa e il fatto di dover stare in piedi sulla grata nel pavimento del grande ingresso, da cui usciva quel calore polveroso, che odorava di metallo. E poi tornare fuori, all’aperto, tremando per il freddo, chinarsi e raccoglierne una manciata per farne una palla, pressandola con cura con i guanti umidi, sollevarla e lanciarla il più lontano possibile, e i pattini dello slittino che parevano bisbigliare quando lui si precipitava a rotta di collo giù per i pendii che erano lucidi, scintillanti e induriti, simili a enormi pietre preziose.

Il primo dicembre ci fu una forte nevicata. Quando Ned guardò fuori dalla finestra, il mattino dopo, il fiume splendeva come un serpente fatto di luce e scorreva tranquillo fra le montagne innevate.

Fece colazione in fretta e furia, troppo preoccupato persino per leggere la storiella sulla scatola dei cereali. La signora Scallop era meditabonda e lo lasciò in pace. Il suo sguardo scivolava sul ragazzino esattamente come passava sulle sedie della cucina.

Una volta sul portico, Ned si fermò per una serie di respiri profondi di quell’aria che sapeva, pensava lui, di acqua del centro dell’oceano; poi si immerse nella neve e si avviò. Oltrepassò la Packard, che aveva i finestrini completamente bianchi, il melo dai rami contorti e innevati, e poi si avviò giù per il pendio, sforzandosi di capire se stava seguendo almeno alla lontana il percorso del viale. Quando raggiunse la casa del signor Scully aveva le calosce piene di neve e i piedi bagnati. Le tende erano chiuse. La casa aveva un’aria tirata, emaciata, come se avesse freddo.

Il ragazzo girò intorno all’edificio per poter dare un’occhiata alla tettoia nel cortile.

C’erano alcune impronte di stivali nella neve, che raggiungevano proprio la tettoia e poi tornavano alla porta di servizio della casa. Il ragazzo immaginò che il vecchio avesse portato dentro la ciotola del gatto, che infatti non si vedeva da nessuna parte.

Qualunque cosa restasse all’aperto con quel tempo, sarebbe congelata in un attimo. Il signor Scully gli aveva detto che trovare acqua d’inverno era un grosso problema per gli animali e leccare la neve o il ghiaccio li faceva star male.

Ned scrutò con attenzione sotto la tettoia. Forse il gatto si era rintanato là sotto, dietro un mucchio di ciocchi, in un punto angusto dove il suo stesso respiro l’avrebbe tenuto al caldo. Se non si affrettava sarebbe arrivato tardi a scuola, ma continuò a cercare in tutto il cortile, come se i suoi sguardi intensi avessero il potere di far spuntare il gatto dalla neve e dal cielo grigio. Per due volte i suoi occhi si posarono sulla ghiacciaia dimessa. La terza volta si rese conto che il fagotto immobile che la sormontava non era la vecchia trapunta sbrindellata ma il gatto, trasformato in un’ombra da un sottile strato di neve.

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