Il giro di Napoli in 501 luoghi by Agnese Palumbo – Maurizio Ponticello

Il giro di Napoli in 501 luoghi by Agnese Palumbo – Maurizio Ponticello

autore:Agnese Palumbo – Maurizio Ponticello [Agnese Palumbo – Maurizio Ponticello]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2014-11-24T23:00:00+00:00


268. Un tango al centro della Terra e il tempio massonico a cielo aperto

Tra i primi letterati stranieri ad ammirarla fu senz’altro il drammaturgo Anton Čechov che, nell’aprile 1891, pochi mesi dopo la sua inaugurazione, spedì una lettera in patria in cui scrisse con esultanza: «A Napoli c’è una magnifica Galleria! E i negozi! Da far venire il capogiro!» (Vita attraverso le lettere). La galleria Umberto I sorse a lato di via Toledo, la via più frequentata della Napoli di fine Ottocento che si allargava sempre più a occidente verso il nuovo quartiere di Chiaia, luogo di passeggio in andata e ritorno, strada commerciale e festosa e, coi suoi caffè, punto di raccordo di artisti, belle donne e uomini di cultura: Melville addirittura la paragonò alla Broadway di New York. C’è da chiedersi, però, se l’operazione galleria – nata, coi progetti del Risanamento, baricentrica rispetto al cuore istituzionale di Napoli – dovesse essere una antesignana celebrazione del liberty, oppure la rappresentazione del trionfo della massoneria napoletana. La magnifica struttura con l’enorme cupola in ferro e vetro – che con l’impiego dei tralicci di metallo a vista cercò di ricalcare il successo straordinario della Tour Eiffel (1889) –, più grande e imponente della galleria Vittorio Emanuele II di Milano (1877), non soltanto ospita la sede della loggia del Grande Oriente d’Italia ma ogni suo angolo ostenta simboli i quali, messi insieme, sono una riproduzione delle idee fondamentali della massoneria internazionale. Le quattro braccia della galleria Umberto si intersecano in una crociera ottagonale che è anche il suo centro, sovrastato dalla grande calotta (composta da sedici spicchi – oltre ad altri sedici nell’iride – alla cui base ci sono novantasei pentacoli in totale, sei per ogni fetta di cupola) perpendicolare al mosaico sul pavimento di marmo della Rosa dei venti con le dodici costellazioni. Il simbolismo è disposto sia all’interno sia agli ingressi, le raffigurazioni vanno dalle quattro stagioni alle attività lavorative, dal Genio della scienza agli emblemi della società borghese di quel tempo; i quattro continenti, la fisica e la chimica quali segni del progresso dell’umanità insieme ai segni delle ultime scoperte (il telegrafo e il vapore), strumenti per mettere in rete le diverse parti del globo; divinità (Crono, Diana, Giove, Giunone, Mercurio e Venere); Amorini con alcuni degli scudi dei sedili di Napoli (Capuana, Portanova, Porto, Montagna, Nido e Popolo); e, infine, tra Ricchezza e Abbondanza, stucchi di muse e a tema musicale e otto figure femminili che sorreggono lampadari. Sul tamburo della calotta – su tutte e quattro le finestre a semicerchio della Galleria – sono ben esibite altrettante stelle di David con i due triangoli inversi sovrapposti e altre quaranta più piccole distribuite in tondo, dieci per ogni direzione. Come quasi tutto il resto della città, anche la galleria Umberto I è cava. Al di sotto del calpestio, infatti, c’è un’area corrispondente (ovviamente più bassa) occupata principalmente dallo storico salone Margherita, il teatro in stile francese della nostra Belle Époque, dove si svolgevano i café-chantant: sebbene nostrani, conservarono



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.