Il libro dei numeri by Joshua Cohen

Il libro dei numeri by Joshua Cohen

autore:Joshua Cohen [Cohen, Joshua]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Codice Edizioni
pubblicato: 2019-08-07T22:00:00+00:00


Dopo che la scacchiera del backgammon è stata disposta, prima che chiunque abbia fatto una mossa o anche solo lanciato un dado. Dopo che tutto è stato problematizzato a sinistra di un segno di uguaglianza, prima che qualsiasi cosa sia stata risolta a destra. Momenti di potenza tantrica. Di potenzialità tenuta in riserva. Ecco qual era la nostra situazione. Avevamo dei finanziamenti e adesso avevamo anche una nuova mamma chioccia. Che stava per farci trasferire in un nuovo covo/ufficio con sufficiente capienza da ibernare tutto quello che c’era online, cento volte tanto. Addirittura oltre, Moe era già pronto a tarare tutto verso 1002, verso 2100.

[Mi scusi, di che anno parliamo adesso?]

Dell’anno. Peggiore. Di. Sempre.

[Quale?]

Di quello dal 1997 al 1998. O meglio, diciamo che era l’anno Beta. Una Beta perpetua.

[Eravate già nel Tetplex, il nuovo ufficio?]

Eravamo al centro di tutto. Un tratto di baia accanto alle paludi. Falaschi, vimini. Sudiciume. Terreno di proprietà dell’amministrazione cittadina. Palo Alto. L’edificio in cui stavamo allora, un vecchio garage utilizzato dal Dipartimento degli Affari Pubblici, era stato sgomberato per creare dei parcheggi. Comprammo gli ettari attorno a noi dal centro di ricerca della NASA ad Ames, un acquitrino adiacente. Espansione dal 2001 fino al 2002, palestra, asilo nido per i dipendenti, una yurta. Ristrutturazioni sostanziali nel 2008 e nel 2010.

[Tutti i server all’epoca erano onsite?]

Lo erano. Kor non voleva lasciare Moe nel suo silos o nel suo capannone senza supervisione. Fu quello il problema. All’inizio.

[Cosa?]

Non sapremmo dire quale problema venne per primo. Se fu l’assunzione di Kor, il centro Tetplex, il Memotel. Ma i problemi si sovrapponevano, doppiavano. C’erano anche un paio di cose di cui non fummo messi al corrente.

[Vale a dire?]

A volte la segretezza è segretezza e basta, ma altre volte è solo che perdiamo completamente di vista il fatto che le altre persone come lei non hanno accesso a tutto quel che sappiamo e pensiamo noi. Molte persone hanno questo problema, e quasi tutte non cercano di nascondere niente. Danno solo per scontato che chiunque possa leggergli la mente come se fosse un libro. Diamo per scontato che lei lo capisca.

Il punto è che ci trovammo in una palude dalla vita in giù. Operazioni clandestine, non confermiamo e non smentiamo, l’impossibilità di fare una mossa. Ci trasferimmo accanto a un acquitrino e all’improvviso iniziammo a puzzare. Ecco cosa significava essere guidati da qualcuno. Fare compromessi, ed essere compromessi, cercare di orientarsi in mezzo al degrado. In mezzo all’olezzo persistente di metano, come se chiunque nell’ufficio fosse afflitto da una perenne colica flatulente.

Intanto che ci ingrandivamo, Kor ci accompagnava a ispezionare il perimetro, spingendoci fino al punto in cui nostri sandali iniziavano ad affondare. «La libertà è acqua», diceva sempre. Intendeva dire che ha lo stesso comportamento dell’acqua. Assume ogni forma che può, perché non riesce a creare la sua.

Dobbiamo essere coloro che modellano la libertà, ci diceva Kor, intanto che una colata di cemento puntellava il bacino circostante. Nei giorni di pioggia. Nei giorni di nebbia. «La Tetration è l’aria.»

Seminammo dei terreni pubblici con il capitale e rendemmo il raccolto privato.



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