Il libro delle cose nascoste by Francesco Dimitri

Il libro delle cose nascoste by Francesco Dimitri

autore:Francesco Dimitri [Dimitri, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Longanesi
pubblicato: 2021-05-03T22:00:00+00:00


3

Fin dal primo momento in cui Art sparì, fu chiaro che noi eravamo sospettati, non di qualcosa di specifico ma così, in generale. Tutti volevano un capro espiatorio, e noi eravamo a portata di mano. Eravamo con Art al momento della sua scomparsa, avevamo fumato dell’erba, non riuscivamo neanche a metterci d’accordo sulla natura dell’urlo che aveva emesso Art quando era entrato nell’uliveto.

Il terzo giorno, i media iniziarono a parlare di Art al passato. «Art è un ragazzo dolcissimo, è amico di tutti» cedette il posto a «Art era un ragazzo dolcissimo, era amico di tutti». C’era stato un cambiamento nella coscienza collettiva. Avevano perquisito ogni baracca e ogni trullo nelle campagne circostanti. Elicotteri e cani pattugliavano il circondario giorno e notte; un ragazzino vivo l’avrebbero trovato. Ma uno morto? Molto più facile da nascondere. I carabinieri ci fecero ripercorrere gli eventi di quella notte molte più volte di quante mi vada di ricordare. L’uliveto era in un posto isolato. Davvero ci eravamo andati soltanto per guardare la luna? Non è un’attività tipica per dei ragazzi, giusto? E com’era possibile che il nostro amico fosse svanito in un posto così desolato, senza che noi vedessimo dov’era andato? Non avevamo una risposta da dare, che per dei carabinieri sotto pressione si traduceva in: non volevamo dare una risposta.

Il quarto giorno la Santissima Vergine parlò a Concetta.

Maria apparve inattesa nel Vigneto Benedetto, con lo scopo specifico di raccontare a Concetta la verità su Art, e cioè che era al sicuro. Avvolto dal suo abbraccio divino. Che voleva dire: morto stecchito e in Paradiso. «È stata l’invidia umana» aveva detto la Vergine, «a uccidere quel povero, povero ragazzo, ma adesso è in un posto migliore, lontano da pericoli e sofferenza.» A quel punto, la metamorfosi di Art da pazzoide inquietante a figlio prediletto del paese era completa (con la sola eccezione del papà di Fabio, che non abbandonò mai la sua idea: Art era un ragazzo arrogante e viziato, e sarebbe tornato a casa non appena si fosse stufato di giocare a nascondino). Concetta disse che non c’era nessun bisogno di spiegare cosa volesse dire con l’invidia umana. Il sottinteso era che si trattasse di omicidio, e chi potevano essere gli assassini se non i migliori amici della vittima? Per quanto riguardava le spoglie mortali di Art, la Vergine assicurò che sarebbe stato possibile trovarle «all’ombra di un albero, o sotto il peso di una roccia», che significava più o meno ovunque in Salento.

Casalfranco andò in estasi. Nonostante solo una minoranza prendesse sul serio le parole di Concetta – pardon, della Vergine Maria – nessuno escludeva che potessero essere vere. Art morto, la sua anima gentile falciata via anzitempo, con la Vergine ad annunciarne il tragico destino: era una storia potente, di facile presa. C’era persino una spruzzata di misticismo. Non avevamo speranze.

Sorprendendo i più, i genitori di Art rimasero sempre dalla nostra parte; per loro la scomparsa del figlio non era un gioco. Il sesto giorno, il padre di Art mi telefonò,



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