Il libro di Joan by Lidia Yuknavitch

Il libro di Joan by Lidia Yuknavitch

autore:Lidia Yuknavitch [Yuknavitch, Lidia]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858430385
editore: Einaudi
pubblicato: 2019-03-04T16:00:00+00:00


Capitolo quindici

Sotto lo sguardo cupo e la pelle lercia, l’uomo preme la lama del coltello contro la gola di Leone. La spinge avanti a piccoli passi. Ha gli occhi come due pallottole nere.

Joan resta immobile. Quasi nemmeno respira. Accoglie negli occhi quelli a pallottola dell’uomo, rimandandogli silenziosamente qualcosa della propria potenza. Lui tossisce. C’è una sottile riga di sangue sul collo di Leone lí dove ha il coltello appoggiato alla pelle.

Joan rivolge la sua attenzione al viso di lei. Al naso. Agli occhi. Quando Joan le guarda gli occhi vede due piccole pozzanghere vuote. Prive di emozione. Una mandibola stretta contro ogni cosa al mondo. Quale altra ragione c’era di vivere? Gli occhi di Leone conservano la traccia di tutto quello che hanno attraversato insieme. Piccoli mondi familiari.

Coraggio. Non restare indietro. Questa l’occhiata che per anni Joan aveva rivolto a Leone in battaglia.

Ma cosa, cosa crede di fare quest’idiota mezzo morto davanti alla forza e all’esperienza combinate di Joan e Leone? Non ha capito con chi ha a che fare? Con quel coltelletto e quel corpo macilento? È un alieno? S’immagina di aver incontrato due donne dei tempi andati che parlavano solo de la cuisson e des enfants, non di fucili lanciarazzi o congegni esplosivi fatti in casa? Joan deve considerarlo un nemico? Decide di aspettare. Sente l’odore di lui mentre si avvicina. Fango, sudore, urina, e il fiato di qualcuno che da un pezzo non si fa il bagno o non mangia o non si pulisce i denti come si deve.

Davanti a lei, col coltello sul collo, Leone chiude gli occhi. Poi li apre e sorride.

All’insaputa dell’intruso ha fatto scivolare una mano verso il basso recuperando il suo compagno preferito: un laguiole, un coltello francese amato per la sua lama cruciforme e il suo retaggio storico. La Piccola Ape1.

Leone alza il braccio di scatto e prima che l’uomo possa reagire lo ferisce al collo con il laguiole. Joan incrocia le braccia sul petto e piega la testa da un lato, resta in silenzio e si chiede se Leone gli abbia inferto un colpo mortale o se lo abbia semplicemente ferito. A giudicare dal sangue che sgorga, si tratta di una ferita superficiale. Ma quest’uomo, cosí pallido, cosí male in arnese, che si stringe le mani sul collo e barcolla in cerchio sul pavimento di terriccio, comunque potrebbe morirne.

Joan gli si avvicina, lui cade in ginocchio e si siede, ha il fiatone, la testa bassa, le spalle che si alzano e si abbassano.

– Che dobbiamo fare con te? – dice Joan, accoccolandosi per stare al suo livello mentre Leone pulisce sulla gamba dei pantaloni la Piccola Ape sporca di sangue.

L’uomo alza la testa.

Joan gli mette due dita sotto il mento per fargli girare la faccia all’insú. Lui apre la bocca.

– C’est moi, – sussurra, – sono Peter… – Il sangue gli passa fra le dita e gli cola a fiotti sull’avambraccio. – E tu sei… – dice con un filo di voce, scivolando sempre piú verso il suolo e cercando di riempirsi d’aria i polmoni.



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