Il manicomio delle tre torri by Helen Fields

Il manicomio delle tre torri by Helen Fields

autore:Helen Fields [Fields Helen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-06-14T22:00:00+00:00


Capitolo diciannove

Mercoledì

Connie lasciò Baarda e si diresse alle scale della Torre due da cui si recò prima in camera sua e poi proseguì per l’ufficio del direttore Le Fay. Passando davanti alla sala del personale, udì singhiozzare e soffiarsi il naso. Qualcuno stava piangendo. Non resistette alla tentazione di vedere chi fosse.

«Ehi, tutto bene?», chiese all’infermiera Madani.

La donna appallottolò il fazzoletto di carta e lo gettò nel cestino scuotendo la testa. Connie chiuse per delicatezza la porta della sala e le sedette accanto.

«È sempre difficile quando un tuo paziente muore in un posto simile. Quando stai insieme a qualcuno per tutto il giorno, tutta la settimana, qualsiasi cosa abbia fatto, si crea una sorta di legame. È normale sentirsi combattute».

Madani la guardò come un cameriere guarderebbe un tavolo da dodici in cui ognuno ha intenzione di pagare la propria parte del conto e fino all’ultimo centesimo.

«Siamo di nuovo a cinque degenti e se va via anche il Paziente B ne rimangono quattro», spiegò tra le lacrime che ricominciavano a scendere. «Avevo bisogno di quegli straordinari. Non posso neanche sperare in una promozione. Dawn Lightfoot ha più anzianità di me e già parla di chiedere un aumento. Ho una famiglia numerosa da mantenere e mia sorella è malata».

«È una grossa pressione dover mantenere la famiglia», osservò Connie.

«È già abbastanza brutto dover vivere e lavorare in questo posto orribile», ribatté Madani, «ma mio fratello minore lo hanno incoraggiato a diventare medico perché è maschio. Mio padre diceva che l’infermiera è un mestiere più consono a una donna perché prima o poi lo dovrò lasciare per avere figli. Così adesso mio fratello studierà per anni e io devo pagare tutto».

«Che cos’ha tua sorella?»

«Che importanza ha? Mi mandano le fatture da pagare e si aspettano che le saldi. Mai neanche un grazie. Non vogliono neanche che torni a trovarli. Secondo mia madre un viaggio sarebbero soldi sprecati e le toccherebbe cucinare per una persona in più. Tanto vale che rimanga qui dove il vitto è compreso».

«Hai provato a spiegare che non te lo puoi permettere? Tuo fratello di sicuro potrà chiedere un prestito per pagarsi gli studi».

Madani la fulminò con lo sguardo. «Ho delle responsabilità. La famiglia è la famiglia. E poi a lei che importa? Non è un problema suo».

«Be’, vorrei pensare che lo staff che si occuperà del Paziente B sia soddisfatto e svolga un lavoro in cui ha investito davvero», cominciò Connie prendendo tempo per indorare la pillola e cercare il modo migliore di portare Madani a confidarsi con lei, ma senza apparire affamata di informazioni. Sidorov aveva già rischiato di farla inciampare. Doveva agire con maggiore giudizio nel suo presunto ruolo all’interno del reparto. «E poi questo posto è pericoloso, devi stare sempre attenta a ciò che ti succede intorno. Se sei impegnata a preoccuparti dei soldi, qualcos’altro potrebbe andare storto».

Madani rise. «Sa, da come parla sembra che gli uomini rinchiusi qua dentro contino qualcosa. Dove sono cresciuta io, c’è ancora la pena di morte. Lì, nessuno di loro sarebbe andato più lontano di un cappio».



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