Il mistero della statuetta di giada by Susanne Goga

autore:Susanne Goga [Goga, Susanne]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2021-06-08T22:00:00+00:00

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Durante il lungo tè del pomeriggio, che quand’era a casa per lui rappresentava un vero e proprio rituale irrinunciabile, lesse attentamente il giornale. Saltò la pagina di politica, perché dopo l’inquietudine degli ultimi giorni preferiva una lettura rilassante, e si concentrò sugli articoli di cronaca, moda e sport. Nell’ultima pagina, nella rubrica “Dal mondo della criminologia”, dopo diverso tempo si imbatté di nuovo nel nome di Sartorius. Lesse attentamente l’articolo e aggrottò la fronte. Nella stessa frase venivano nominati l’omicidio di Gabriel Sartorius e di Erna Klante. Entrambi i casi seguiti dallo stesso commissario. L’uomo che poche ore prima aveva incontrato nel corridoio della sua azienda.

L’atmosfera tesa ricordava un cielo nuvoloso, carico di pioggia. Per fortuna von Malchow si trattenne, sembrava aver capito di essersi spinto troppo oltre mostrando in giro quell’articolo di giornale. Robert e Berns erano seduti con Stankowiak sul sedile posteriore e comunicavano a gesti dietro alle spalle del capo. È di cattivo umore, diede a intendere Robert. Non c’era da stupirsene, pensò, aveva fatto visita a Marie in ospedale e sapeva quanto stava male. Tuttavia sospettava che ci fosse dell’altro dietro il nervosismo di Leo. Probabilmente Ilse. Era una situazione maledettamente difficile.

Berns fece una smorfia alle spalle di von Malchow alzando gli occhi al cielo. Robert non poté fare a meno di sogghignare. In cuor loro speravano entrambi in un confronto che ripulisse l’aria, ma sapevano anche che Leo era troppo intelligente per rischiare una lite durante la prima operazione.

Stankowiak sedeva tra loro in silenzio, tenendosi fuori da quella conversazione muta.

Leo parcheggiò la macchina vicino all’angolo fra la Auguststrasse e la Oranienburger Strasse. Era una serata calda, i marciapiedi erano già affollati. Dai locali risuonava musica frastornante, violini che stridevano, pianoforti che strimpellavano. Non proprio l’opera di stato, in compenso ad alto volume. Impartì ancora una volta gli ordini. «Walther, Berns e von Malchow, voi vi occuperete della Auguststrasse, della Grosse Hamburger, della Gipsstrasse und della Sophienstrasse. Io e Stankowiak andremo nella parte bassa della Linienstrasse, nella Mulackstrasse e nella Grenadierstrasse. Conoscete già i luoghi e le domande da fare. Vi prego inoltre di non trascurare il passato della vittima, soprattutto il nome della casa d’appuntamenti dove esercitava prima. Ci ritroviamo qui all’una. Buona fortuna, signori miei.»

Quando Robert indugiò, Leo gli si avvicinò. «Vuoi sapere perché non andiamo insieme?»

L’amico annuì.

«Perché ho bisogno di un uomo fidato al fianco di von Malchow.»

Robert annuì di nuovo. «Di me puoi fidarti.»

Leo seguì con lo sguardo i tre uomini che già puntavano verso il primo locale.

«Un ago in un pagliaio, vero?» domandò Stankowiak a bassa voce.

«Mmm… ma il lavoro del poliziotto è questo. Non risolviamo mica i nostri casi prendendo cocaina e suonando il violino, ma girando in lungo e in largo.»

Quando Stankowiak lo guardò stupito, disse: «Conoscete Sherlock Holmes, no? Ma adesso andiamo.»

Le strade traboccavano di gente che andava e veniva dalle case. C’era ancora luce, ma con quelle costruzioni insolitamente fitte le vie strette sembravano più buie che nel resto di Berlino. Quel quartiere, in effetti, era sempre un po’ più nero degli altri.

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