IL MONACO PRIGIONIERO by ELLIS PETERS

IL MONACO PRIGIONIERO by ELLIS PETERS

autore:ELLIS PETERS [PETERS, ELLIS]
Format: epub
Tags: Cadfael
pubblicato: 2010-06-03T22:00:00+00:00


Gettato all'improvviso nell'esiguo pozzetto tra i banchi e subito abbandonato, Cadfael ne approfittò per riflettere con calma sulla situazione. I rapporti tra sequestrati e sequestratori sembravano avere già raggiunto un livello sopportabile, senza eccessivi disagi. A opporsi non v'era nemmeno da pensare, il buonsenso suggeriva di sottomettersi, lasciando che i guar-diani si occupassero del problema di riportare al campo, sana e salva, la loro preda, senza altre limitazioni che quella di una nave in movimento con un miglio o più di acqua su entrambi i lati.

Nessuno badò più né al monaco né a Heledd, che se ne stava sdegnosamente seduta a poppa, dove il giovane danese l'aveva lasciata, con la veste raccolta intorno alle gambe. Non v'era da temere che si gettasse in mare per raggiungere a nuoto Anglesey, i gallesi non erano mai stati famosi per la loro abilità di nuotatori. E l'interesse comune era che a nessuno dei due avesse ad accadere qualcosa di male: erano ostaggi preziosi da salvaguardare per uno scopo futuro. Cadfael volle metterli alla prova. Si alzò e andò a fare una passeggiatina lungo il ponte, osservando attentamente i particolari di quella piccola nave leggera e veloce. Nessun rematore interruppe il ritmo regolare della vogata, nessuno si voltò a guardarsi alle spalle. Una nave costruita per spostarsi rapidamente, snella come un levriero, lunga un'ottantina di passi e larga non più di tre o quattro, che pescava poco e con due prue per poter invertire istantaneamente la rotta. L'ideale per tirarla a secco tra le dune di Abermenai. Assorto in quelle osservazioni, Cadfael non si era accorto di essere osservato a sua volta da due occhi azzurri, lucenti e gelidi come il ghiaccio. Il giovane capitano di quella banda di razziatori aveva notato tutto e, rendendosi conto dell'ammirazione del monaco per la sua nave, gli si era avvicinato.

«V'intendete di navi, fratello?» domandò, stupito di quell'interesse raro, se non unico, tra uomini che vestivano il saio.

«Una volta sì, ma ormai è tanto tempo che non mi avventuro sull'acqua.»

«Conoscete il mare?» insistette il giovane, palesemente incuriosito.

«Non questo. Mi erano familiari il mare e le coste mediorientali. Sono entrato tardi in convento», spiegò Cadfael e vide gli occhi azzurri spalancarsi con un'espressione di gradita sorpresa come per l'inatteso incontro con un compagno.

«Fratello, stabilite il vostro prezzo», disse cordialmente il danese. «Vorrei parlare un poco con voi, per saperne di più. Monaci navigatori sono bestie rare e io non ne ho mai conosciuto nessuno. Come vi chiamate?»

«Cadfael, gallese e benedettino dell'abbazia di Shrewsbury.»

«E io mi chiamo Turcaill, figlio di Turcaill, parente di Otir, capo di questa spedizione.»

«Sapete qual è la controversia qui, tra due principi gallesi? Quale motivo può avere uno straniero come voi per immischiarsi nella loro contesa?»

«Denaro», ammise ridendo Turcaill. «Ma anche senza quello, non resterei mai indietro quando Otir va per mare. Ci si annoia a terra, io non sono un campagnolo che resta a occuparsi della sua fattoria un anno dopo l'altro accontentandosi di veder crescere le messi.»

No, senza dubbio. Bello e vigoroso, sprizzante energia



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