Il passo successivo by Ueli Steck & Karin Steinbach

Il passo successivo by Ueli Steck & Karin Steinbach

autore:Ueli Steck & Karin Steinbach [Steck, Ueli & Steinbach, Karin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Sports, Sports & Recreation, Mountaineering, ebook
ISBN: 9788867003754
Google: XeMqDwAAQBAJ
editore: Corbaccio
pubblicato: 2017-07-04T22:00:00+00:00


Io e Beni ci mettemmo quindi in marcia nel tardo pomeriggio del 23 settembre, dal campo base, con il proposito di raggiungere gli altri tre membri del team, che erano partiti prima, e salire insieme alla vetta. L’impresa che ci aspettava era lunga, perciò l’affrontammo con tranquillità e a un passo che ci consentisse di chiacchierare. Si trattava innanzitutto di traversare la morena verso il ghiacciaio, che volevamo passare con la luce del giorno. Trovare la via fra torri di ghiaccio e attraverso un labirinto di crepacci sarebbe stato troppo impegnativo con il buio.

Avevo proposto a Beni di indossare le scarpe da corsa fino al deposito che avevamo collocato a 5800 metri. La traversata del ghiacciaio non era troppo difficoltosa, a mio giudizio fattibile anche senza ramponi. Benché utilizzassimo scarponi da sci molto leggeri, le scarpe da corsa mi permettevano di muovermi con più naturalezza rispetto a scarponi e ramponi, inoltre sul ghiaccio la suola morbida aveva una presa migliore. Potevamo progredire senza ramponi, ma senza scivolare. Raggiungemmo così in scioltezza l’altro margine del ghiacciaio, molto più veloci di quanto saremmo stati con gli scarponi, e senza grande fatica.

C’era ancora qualche raggio di luce quando arrivammo al deposito degli sci. In quella zona il ghiacciaio era stato completamente spazzato dal vento. Quando iniziammo a salire sul ghiaccio vivo con gli sci, fummo costretti ad assumere un ritmo diverso. Mentre scivolavamo nella notte, da lontano individuammo la luce del Campo 1 a 6300 metri. Ci infilammo nella tenda di Basti, che ci aveva preparato del tè. Era piacevole fare una pausa, bere qualcosa di caldo e mangiare una barretta. Come da programma, alle venti lasciammo in tre il Campo 1; contemporaneamente al Campo 2 si mossero in direzione della vetta Martin e Andrea.

Progredivamo bene. C’erano solo 600 metri di dislivello fino al Campo 2, dove mi fermai un istante per inserire negli scarponi il sistema di riscaldamento che avevo lasciato al deposito. Ero in leggero vantaggio su Basti e Beni, poi sentii i due che superavano la tenda, mentre io mi affrettavo a mangiare e bere qualcosa. Poi uscii di nuovo per seguirli. Ora si trattava di percorrere la lunga vallata pianeggiante; sullo sfondo si vedeva la luce delle frontali di Andrea e Martin. Feci una discreta fatica per raggiungere Beni e Basti, ma a fondovalle, dove la via ricominciava a salire verso il terzo campo, la squadra era di nuovo unita. Martin e Andrea avevano battuto una buona traccia, per prudenza non nel couloir, dove c’era ancora tanta neve, bensì sulla schiena. Perciò togliemmo gli sci e salimmo sulla schiena. Era più faticoso che con gli sci, ma più sicuro. Verso l’una del mattino, appena sotto il Campo 3, raggiungemmo Andrea e Martin.

Quando arrivammo al Campo 3, a 7300 metri, erano le due – avevamo mantenuto un buon ritmo, ci mancavano solo 700 metri di dislivello alla vetta. Il clima era positivo, eravamo contenti di essere già così in alto, tutti molto determinati. Ci saremmo alternati nel battere la traccia,



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