Il povero musicante by Franz Grillparzer

Il povero musicante by Franz Grillparzer

autore:Franz Grillparzer
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-03-03T16:00:00+00:00


Il povero musicante

A Vienna la domenica dopo il plenilunio di luglio è, ogni anno, insieme al giorno seguente una vera e propria festa popolare, se mai una festa ha meritato questo nome. Il popolo la frequenta e la dà esso stesso; e se vi compaiono persone di ceto più elevato possono farlo soltanto in quanto fanno parte del popolo. Non vi è alcun modo di segregarsi; per lo meno non c’era fino ad alcuni anni or sono.

In quel giorno la Brigittenau collegata in un’interrotta catena di divertimenti con l’Augarten, la Leopoldstadt e il Prater, festeggia la sua sagra. Da un giorno di Santa Brigida all’altro il popolo lavoratore conta i suoi lieti giorni. Lungamente attesi finalmente arrivano i saturnali. Sorge allora un gran tumulto nella città tranquilla e bonaria. Un’onda di popolo empie le strade. Rumore di passi, mormorio di dialoghi tra i quali spicca ogni tanto un grido acuto. Le differenze sociali sono scomparse, borghesi e soldati partecipano all’agitazione. Alle porte della città l’affollamento aumenta. Presa, perduta e ripresa, l’uscita è finalmente conquistata.

Ma il ponte sul Danubio presenta nuove difficoltà. Infine anche qui vittoriose, due correnti, il Vecchio Danubio e l’ondata ancor più gonfia del popolo passano incrociandosi l’uno sopra l’altro, il Danubio lungo il suo antico letto, e la corrente del popolo verso le strettoie del ponte, si riversano come un lago ampio e mugghiante e sommergono ogni cosa come un’inondazione. Un forestiero a quegli indizi potrebbe sentirsi a disagio. È invece soltanto la sommossa della gioia, lo scatenarsi dell’allegria.

Già fra la città e il ponte, benne e giardiniere sono allineate per i veri ierofanti della festa patronale: i figli del lavoro e dell’impiego. I veicoli sovraccarichi attraversano tuttavia al galoppo la marea di gente che si apre immediatamente davanti a loro e si richiude dietro noncurante e incolume. A Vienna infatti esiste una tacita intesa tra le carrozze e le persone: di non investire nessuno, nemmeno in piena corsa e di non essere investiti, anche non facendo attenzione.

Di secondo in secondo la distanza fra carrozza e carrozza diminuisce. Nel corteo spesso interrotto già s’insinua qualche equipaggio di gente più altolocata. I veicoli non volano più, finché cinque o sei ore prima di notte i singoli atomi di carri e di carrozze si condensano in una fila compatta che, ostacolando se stessa e ostacolata, dai nuovi arrivati che sbucano da tutte le traverse, confutano evidentemente il vecchio proverbio: meglio viaggiare male che andare a piedi. Le dame agghindate e sedute nelle carrozze, apparentemente ferme, sono ammirate, compiante, derise. Non avvezzo a fermarsi continuamente il morello danese s’inalbera quasi volesse scavalcare con un balzo la benna che lo precede, e sembra che le donne e i fanciulli schiamazzanti nel veicolo plebeo lo paventino davvero. Il veloce fiaccheraio, infedele per la prima volta alla sua natura, sta calcolando stizzito il danno che gli viene dal dover perdere tre ore per un tratto di strada che di solito sorvola in cinque minuti. Litigi, grida, offese reciproche dei conducenti, qualche volta una frustata.



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