Il proiettile n. 3 by Carr John Dickson

Il proiettile n. 3 by Carr John Dickson

autore:Carr John Dickson [Dickson, Carr John]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2014-09-22T16:00:00+00:00


Si diressero verso il padiglione seguendo una diramazione del viale, che portava sul retro del piccolo edificio. Sebbene la pioggia fosse cessata, il cielo rimaneva grigio e basso, e quel poco fogliame che ancora restava sugli alberi pendeva avvilito.

Nel girare attorno al padiglione, s'imbatterono in Robinson che, protetto da un cappellone di tela cerata, contemplava il suolo con aria truce. Sotto la finestra occidentale più vicina all'estremità nord — proprio all'interno, c'era il vaso in cui era stata trovata la Browning — alcune cassette di legno erano state allineate, capovolte, per proteggere le impronte dalla pioggia. Lungo quella facciata laterale, correva una striscia di terra (che d'estate doveva essere un'aiuola fiorita, con un bordo di mattoni, terminante sotto la finestra). L'aiuola era piuttosto grande, dalla finestra misurava circa tre metri. Nella terra smossa, erano visibili cinque orme, lasciate da qualcuno che, palesemente, si era allontanato dal padiglione. Benché fossero danneggiate dalla pioggia, si capiva che le orme erano state lasciate tutte dal medesimo paio di scarpe.

Borden accese una lampadina tascabile, per illuminare meglio il tracciato attraverso i tre metri di aiuola, e il colonnello Marquis osservò attentamente.

— C'erano anche ieri pomeriggio, queste orme? — domandò rivolto a Borden.

Il sergente esitò e guardò Page, che si assunse piena responsabilità. — Non saprei, signore — disse. — Ci saranno state, immagino; ma noi non siamo usciti dal padiglione, una volta scoperto che era chiuso dall'interno. È un'altra svista ma… purtroppo è così. In ogni modo, le orme sembrerebbero avvalorare quello che ha detto Penney, se ben ricordate, e cioè che, mentre lui stava parlando con il giudice, ieri, poco dopo le quattro, ha sentito qualcuno aggirarsi intorno all'edificio. Gli è anche sembrato che colui che si aggirava tentasse di aprire le finestre sul lato a occidente. — Page s'interruppe e guardò le orme. — Un momento, un momento! Non ci siamo. Perché…

— Appunto — commentò Marquis, con asciutta cortesia. — Ciascuna di queste orme si allontana dalla finestra, come se qualcuno, di là, avesse voluto battere in ritirata. Già… ma per avvicinarsi alla finestra, come avrà fatto? — Marquis si girò, quasi inferocito. — Cerchiamo di chiarire le cose. Ispettore, siete assolutamente certo che quelle finestre non sono state manomesse?

— Al di là di qualsiasi dubbio — gli rispose Page, e Borden confermò.

— Robinson, siete d'accordo anche voi?

— Sì, d'accordo — disse l'uomo. Poi, rifletté. — Per la verità, solo qualche giorno fa c'era stata una discussione, a proposito di quelle finestre. La signorina Ida voleva che il giudice facesse cambiare gli infissi, perché quelli vecchi sono malandati ed è per questo che bisogna tenere chiuse le imposte. Lei diceva che il lavoro andava fatto, perché così il giudice avrebbe avuto la luce del giorno, invece di doversene stare sempre al buio. E io stavo per occuparmene, ma il giudice non volle assolutamente saperne.

Nella luce incerta, Page ebbe l'impressione che, sulla faccia del vice-commissario, stesse avvenendo una lieve trasformazione: un'espressione diversa,, come se Marquis stesse ammiccando… come se, improvvisamente, cominciasse a vederci chiaro.



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