Il rosso di Marte (Fanucci Editore) (Italian Edition) by Kim Stanley Robinson

autore:Kim Stanley Robinson
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Fanucci
pubblicato: 2016-05-04T22:00:00+00:00

Parte sesta

Le armi sotto il tavolo

Il giorno in cui John Boone venne assassinato, eravamo nella zona orientale di Elysium; era mattina e una pioggia di meteore continuava a cadere sopra di noi. Devono essere stati almeno una trentina di impatti, tutti neri; non so di cosa fossero composte quelle meteoriti ma erano bruciate in lampi neri invece che bianchi. Come fumo di aerei abbattuti, ma dritti come fusi e veloci come il lampo. Fu una visione così singolare che eravamo tutti sbalorditi. Non avevamo ancora ascoltato il notiziario, ma ripensandoci doveva essere accaduto nello stesso momento.

Noi eravamo presso il lago di Hellas. Il cielo si è oscurato e un vento improvviso ha soffiato dal lago, spazzando via tutti i camminamenti della città. Poi abbiamo sentito la notizia.

Noi eravamo a Senzeni Na e lavoravamo sodo. Era notte. Si è levato un temporale; lampi giganteschi scendevano dritti nel mohole; nessuno riusciva a crederci, il rumore era letteralmente assordante. Sulla parete di una sala negli alloggiamenti dei manovali c’era un quadro che raffigurava John Boone. Un lampo ha colpito la finestra dell’atrio e per un attimo tutti rimasero accecati, poi ci accorgemmo che il quadro era stato colpito: l’intelaiatura era rotta, il vetro in frantumi e la fotografia bruciata. Allora abbiamo sentito la notizia.

Noi eravamo a Carr e non riuscivamo a crederci. Tutti gli appartenenti al gruppo dei primi cento erano in lacrime; doveva essere l’unico che piaceva a tutti. Se uno degli altri fosse stato ucciso, almeno la metà se ne sarebbe rallegrata. Arkady era fuori di sé; ha pianto per ore, ed era una vista terribile perché non era certo da lui. Nadia cercava di confortarlo, dicendo ‘Va tutto bene, va tutto bene’ e Arkady rispondeva di no, gridava, afferrava qualche oggetto, lo scagliava a terra e si gettava di nuovo nelle braccia di Nadia. Lei stessa era spaventata. Allora Arkady è corso in camera sua ed è tornato con uno dei detonatori a distanza; quando ha spiegato di cosa si trattava, Nadia si è infuriata contro noi tutti, dicendo: «Perché avete fatto una cosa simile?» Arkady, piangendo, ha gridato: «Come sarebbe a dire perché? Per questo, per quel che è appena accaduto a John. L’hanno ucciso, l’hanno ucciso! Chi può dire chi di noi sarà il prossimo? Ci uccideranno tutti, se solo ne avranno l’occasione!» Nadia non voleva prendere il trasmettitore e Arkady continuava a implorare «Ti prego, Nadia, ti prego, non si sa mai, non si sa mai» finché, per calmarlo, lei fu costretta ad accettarlo. Non ho mai visto niente di simile.

Noi eravamo ad Underhill. Di colpo è mancata la corrente, e quando è tornata ogni pianta nella fattoria era gelata. Poi, col ritorno del calore, le piante hanno cominciato ad avvizzire. Per tutta la notte ci siamo raccontati aneddoti che lo riguardavano, lo ricordavo il momento in cui ha posato per primo il piede su Marte, negli anni Venti; molti degli altri ne avevano un ricordo vivo. All’epoca ero solo un ragazzo, ma ricordo di aver riso alle sue prime parole.

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