Il rumore del ghiaccio by Peter May

Il rumore del ghiaccio by Peter May

autore:Peter May [May, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-09-27T12:00:00+00:00


14.

Brodie era seduto da solo nel buio, al tavolo del bar dove lui e Sita si erano scambiati confidenze, la sera prima. Per occupare la mente e impedirsi di pensare, aveva trascorso cinque minuti accucciato davanti al camino ad accendere il fuoco, che ora proiettava ombre oscillanti nel bar. Lo scoppiettio della legna creava un’illusione di vita, che stemperava la sensazione della sua esistenza incerta. Ma nulla poteva disperdere la profonda depressione che si era depositata come neve sopra di lui.

Il corpo di Sita, quando l’avevano trovato, era bloccato dal rigor mortis: la schiena sul fondo del frigo, le ginocchia contro il petto, le braccia piegate e con i pugni davanti al viso, in una bizzarra posa da pugile. Il suo assassino aveva fatto fatica a farla entrare nel piccolo vano e l’aveva piegata in quella posizione innaturale per riuscire a chiudere il portello. Ci sarebbero volute ore prima che la rigidità diminuisse, in modo da poterla togliere da lí e stenderla in una posizione dignitosa.

Ma la cosa piú strana era che il corpo che aveva occupato quel frigo prima di lei era scomparso. Il cadavere di Charles Younger nel sacco nero non c’era piú.

Guardando il corpo della patologa, Brodie aveva notato un’emorragia petecchiale intorno ai begli occhi e la lingua bluastra sporgente tra le labbra. Aveva dei lividi intorno al collo: era stata strangolata. E non era possibile determinare quali altre violenze avesse subito.

Robbie aveva preso una sedia in cucina e si era seduto con la testa tra le mani e il viso bianco come gesso. – Sarei dovuto restare con lei, – aveva detto. – E non le sarebbe successo nulla.

Brodie gli aveva detto, scuotendo la testa: – Non aveva motivo di restare, o di credere che Sita fosse in pericolo.

Il giovane poliziotto voleva restare con lui in albergo, almeno fino al ritorno di Brannan, ma Brodie aveva insistito che tornasse a casa. La sua prima responsabilità era la sicurezza e il benessere della sua famiglia. Nell’hotel non c’era altro da fare, fino al ripristino delle comunicazioni, quando avrebbero potuto chiedere rinforzi.

Fuori nevicava forte, grandi fiocchi bianchi si posavano sulla finestra nera e impedivano la vista del loch, con le luci del villaggio riflesse sull’acqua scura. Brodie aveva razziato il bar, togliendo una bottiglia quasi vuota di Glenlivet single malt dal dispenser e usandola per riempirsi un bicchiere. Tremava ed era incapace di tenere le mani ferme davanti a sé. E il whisky era riuscito solo a dargli la nausea.

Per qualche motivo, non ce la faceva a liberarsi dall’immagine di Sita seduta di fronte a lui, la sera prima. Il suo sorriso, la sua risata, le sue lacrime. Quegli occhi scuri e i capelli neri tirati indietro, il viso attraente. Com’era ingiusto. Dopotutto, era lui quello che stava morendo. Quello senza futuro. Sita aveva due figli che dipendevano da lei. Ed era ancora giovane, con una buona parte della vita davanti. Eppure era lei quella morta in cucina, ficcata senza tanti complimenti in un frigo per torte, mentre lui era sfuggito alla morte sotto la valanga.



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