Il significato dei colori by Renata Pompas & Lia Luzzatto

Il significato dei colori by Renata Pompas & Lia Luzzatto

autore:Renata Pompas & Lia Luzzatto [Pompas, Renata & Luzzatto, Lia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2010-07-14T22:00:00+00:00


[Ezechiele I 26]

25. Statuetta in lapislazzuli del dio Marduk.

L’azzurro doveva essere presente in gran quantità anche nei paramenti sacri e nelle vesti dei sacerdoti, per ricordare così costantemente al fedele il messaggio spirituale di cui era portatore: doveva esserci nella Dimora dell’Eterno, nei dieci teli di bisso ritorto che, uniti a mosaico, formavano la tenda del Santuario, nel telo dell’ingresso, nella cortina del recinto e nelle vesti del sacerdote officiante:

Farai il Tabernacolo composto di dieci cortine di lino ritorto mescolato con fili di azzurro, di porpora e scarlatto, a forma artistica di cherubini. […] Farai occhielli di lana azzurra al bordo […]. Farai una tenda di stoffa azzurra, di porpora, di scarlatto, di lino ritorto, opera artistica, con figure di cherubini […]. Confezionerai una cortina per l’entrata del Tabernacolo di stoffa azzurra, porpora, scarlatto, filo ritorto, artisticamente ricamata.

[Esodo XXVI 40 ss.]

Con stoffa di lana azzurra, di porpora, di scarlatto, si fecero paramenti per cerimonia per il servizio del Santuario e si fecero pure i vestimenti sacri per Aronne, come aveva comandato il Signore a Mosè.

[Esodo XXXIX 1]

L’azzurro era dappertutto: nell’efod e nel pettorale, assieme alla porpora e allo scarlatto; nel manto, da solo, a perenne ricordo del cielo; nulla era lasciato al caso, l’Eterno stesso aveva parlato a Mosè con queste parole:

Parla ai figli di Israele e di’ loro che si facciano delle frange agli angoli delle loro vesti per le loro generazioni e mettano sulla frangia dell’angolo un filo di lana azzurra. Esse saranno per voi delle frange, le quali quando voi le vedrete, ricorderete tutti i precetti del Signore e li eseguirete.

[Numeri XV 37-39]

L’azzurro costituiva la manifestazione sensibile delle cose celesti e a questo proposito Giuseppe Flavio scrisse, nelle Antichità Giudaiche:

E qui avverRâ forse a figura dell’Universo […] la veste del Pontefice, perché di lino, rappresenta la terra; nel giacinto si raffigura il cielo dell’aria, rassomigliandone i lampi le melograne […] la berretta ancor di giacinto egli pare a me, che del ciel faccia fede.

[II, III, VII]

In questo caso viene tradotto con « giacinto » il termine che invece sarebbe meglio tradurre « azzurro », esattamente come in numerose traduzioni dell’Antico Testamento nelle quali tekélet, come detto in apertura di capitolo, viene interpretato come « giacinto » o « porpora viola », generando confusione.



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