Il signor Wolf by Enzo Caniatti

autore:Enzo Caniatti [Caniatti, Enzo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, Espionage, Mystery & Detective, Historical, Military, Suspense, Political, General, War & Military
ISBN: 9788899801007
Google: KCaPDwAAQBAJ
editore: Algama
pubblicato: 2016-04-14T22:00:00+00:00

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Il barista dalla faccia butterata lo riconobbe subito e lo gratificò di un sorriso a trentadue denti, o meglio, quelli che erano rimasti: “In partenza Padre?” fece notando la sacca in tela sulla spalla di Anton.

“Sì, prima di partire però devo fare una telefonata”.

“Si accomodi in cabina che le passo la linea e intanto le faccio un buon caffè come quelli di una volta. Offro io”.

Anton entrò in cabina chiudendo la porta alle spalle, attese il trillo dell’apparecchio, staccò la cornetta e compose il numero dell’ambasciata americana a Roma. Il locale era semideserto.

Dall’altra parte del filo il telefono cominciò a squillare.

Uno squillo…due squilli…tre squilli.

Alla fine ebbe la comunicazione. Rispose una centralinista che parlava un italiano stentato.

Anton coprì parzialmente il microfono con la mano e in inglese, e a bassa voce, chiese di parlare con Martin Roger. Gli passarono l’ufficio. Rispose una donna, disse che Mister Roger era assente per qualche giorno, ma sarebbe tornato a fine settimana.

Domandò allora di qualcuno appartenente alla CIA, ma la voce affermò che, spiacente, non era a conoscenza che in ambasciata esistessero uffici con quel nome.

Chiese dell’ambasciatore: assente pure lui.

Ottenne poco: si assicurò che una donna, qualificatasi come la segretaria dell’ambasciatore, avrebbe riferito della chiamata e dell’importante busta a nome Martin Roger da ritirare il prima possibile a Genova alla pensione Stella.

Infastidito del contrattempo, riagganciò. Sul banco trovò ad attenderlo una tazzina di caffè. Ingollò in un sorso la bevanda bollente. Ringraziò il barista e uscì.

Bisognava ritirare i passaporti lasciati il giorno prima all’uomo della Croce Rossa perché vi fossero apposti i timbri e le varie vidimazioni. All’incaricato aveva consegnato anche metà della bustarella in franchi svizzeri: il saldo alla consegna, per il “favore”.

Comprese che la catena di salvataggio contava non soltanto su nostalgici della svastica, ossia preti che tra comunismo e nazismo consideravano quest’ultimo il minore dei mali e agenti dei servizi segreti sudamericani, ma anche su un’infinità di profittatori senza alcun ideale e senza scrupoli, che ad ogni livello lucravano sulle fughe.

Tipo l’uomo della Croce Rossa o l’ispettore che quella notte avrebbe voltato la testa dall’altra parte quando sulla passerella d’imbarco sarebbero saliti i suoi protetti. Recuperati i documenti sarebbe sceso al porto ad attendere Herr Wolf e il “segretario”.

L’appuntamento era per le nove.

Dopo, si augurò che Roger o chi per esso, entrato in possesso della busta e letto il rapporto cifrato, facesse intervenire in tempo la US Navy per intercettare la Croce del Sud prima che entrasse in acque territoriali argentine. Voleva comunque impedire con ogni mezzo che il dannato baffetto giungesse vivo a destinazione.

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