Il Simulatore by Frederick Forsyth

Il Simulatore by Frederick Forsyth

autore:Frederick Forsyth [Forsyth, Frederick]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788804370987
Google: l7brPAAACAAJ
Amazon: 880437098X
editore: Mondadori
pubblicato: 1993-04-02T00:00:00+00:00


Roth rimase immobile, paralizzato. Poi si lasciò cadere su una sedia e accettò il whisky che McCready gli porgeva. Gorodov prese posto di fronte a lui.

«Glielo spieghi lei» disse McCready al russo. «Ne sa più di me.»

Il russo bevve un sorso e riflette un momento, cercando di decidere come doveva cominciare.

«Il progetto Potiomkin ebbe inizio otto anni fa» esordì infine. «L’idea venne a un subalterno, ma il generale Drozdov se ne interessò personalmente. Come dite voi, diventò la sua creatura. Lo scopo era far credere che un altissimo dirigente della CIA fosse un infiltrato sovietico, ma in modo così convincente e con una tale abbondanza di prove apparentemente inoppugnabili da far cadere in trappola chiunque.

«L’obiettivo, a lungo termine, era causare anni e anni di lotte intestine nell’Agenzia, distruggere il morale del personale e rovinare i rapporti con il SIS britannico.

«All’inizio non c’era un bersaglio preciso. Poi ne vennero presi in esame 209

sei, e la scelta ricadde su Calvin Bailey. Per due ragioni. Innanzitutto non era un uomo molto benvoluto nemmeno nella CIA, a causa del suo modo di fare. Secondariamente, aveva prestato servizio in Vietnam, luogo adatto per un possibile reclutamento.

«Calvin Bailey era stato individuato come agente della CIA in Vietnam.

Era una cosa normale. Ognuno cerca di identificare gli agenti altrui, e quando questo avviene tiene nota dei loro movimenti e delle promozioni.

A volte una promozione mancata può ispirare risentimento, e un abile reclutatore riesce a sfruttarlo. Be’, questo lo sa, dato che lo facciamo tutti.

«E come la CIA, anche il KGB non butta mai via niente. Ogni brandello di informazione, ogni minuscolo frammento viene conservato. Drozdov ebbe l’idea decisiva mentre riesaminava il materiale che ci avevano passato i vietnamiti dopo la caduta di Saigon nel 1975. Gran parte della vostra documentazione era stata bruciata, ma qualcosa si era salvato, in quel rogo. E in un documento si parlava di un certo Nguyen Van Troc che aveva lavorato per gli americani.

«Per Van Troc fu la fine. Lui e il cugino furono arrestati… non avevano fatto in tempo a fuggire. Il cugino fu giustiziato, ma Van Troc, dopo esser stato sottoposto a mesi di interrogatorio brutale, fu mandato in un campo di lavori forzati nel Vietnam del Nord. E là Drozdov lo trovò: era ancora vivo, nel 1980. Sotto tortura aveva confessato di aver lavorato per Calvin Bailey infiltrandosi fra i vietcong.

«Il governo di Hanoi accettò di collaborare, e così fu preparata la fotografia. Van Troc venne prelevato dal campo, nutrito in modo decente e rivestito dell’uniforme di colonnello dello spionaggio di Hanoi. Poi furono scattate le fotografie che lo ritraevano mentre prendeva il tè con altri ufficiali, poco dopo l’invasione della Cambogia. Utilizzarono tre camerieri diversi, tutti agenti di Hanoi, successivamente spediti in Occidente con le loro foto. A questo punto Van Troc fu eliminato.

«Uno dei camerieri si spacciò per profugo e mostrò la foto a tutti gli ufficiali inglesi di Hong Kong disposti a dargli ascolto. Alla fine la foto fu confiscata e spedita a Londra… esattamente secondo i piani.



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