Il soldato e l'atleta by Paola Angeli Bernardini

Il soldato e l'atleta by Paola Angeli Bernardini

autore:Paola, Angeli Bernardini [Angeli Bernardini, Paola]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815329394
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-10-14T22:00:00+00:00


12. Aspetti della guerra nei «Sette contro Tebe» di Eschilo

Già gli antichi avevano definito i Sette contro Tebe di Eschilo «dramma pieno di Ares»[59] e la guerra è la vera protagonista di gran parte della tragedia. La situazione scenica è quella di una città fortificata assediata, che si erge su un’altura in mezzo a un terreno pianeggiante, nel quale avanza l’esercito invasore. Le sette porte della città sono attaccate da sette guerrieri dell’esercito formato dagli Argivi e dai loro alleati e sono difese da sette guerrieri tebani. Il pericolo è grave e incombente. Il sovrano di Tebe, Eteocle, ha la responsabilità della difesa e dell’organizzazione militare e ha nelle sue mani la sorte dei soldati e dei concittadini. Il coro, formato da donne della città assediata, in preda al terrore, invoca gli dèi raffigurati nelle statue che occupano una parte dell’orchestra. I cittadini di Tebe sono chiusi dentro le mura e attendono l’assalto definitivo (v. 28 «il violentissimo attacco») che sarà deciso durante la notte. Il discorso che Eteocle rivolge alle donne spaurite apre la tragedia e fotografa la situazione. Sono 37 versi che servono da prologo e che introducono alle vicende belliche che occuperanno i primi 719 versi della tragedia. Nelle parole del re sono esposte in sintesi le difficoltà dell’assedio, prospettati i rimedi, formulate le speranze di successo. Lo spettatore viene introdotto in medias res e fino al secondo stasimo – appunto al v. 720 – lo scenario è quello delle mura di difesa, degli spalti nelle fortificazioni, dei sette varchi che introducono nella città. L’atmosfera della guerra è imperante e assordante fin dall’inizio e la scelta delle immagini e delle metafore, l’uso della terminologia tecnica, l’appello ai princìpi dell’ideologia militare sono i cardini sui quali si costruisce il discorso di Eteocle. In primo luogo l’orazione dello stratego in un momento di così grande pericolo deve rispettare il kairós, cioè essere calzante e opportuna, di incitamento ma anche realistica. Quante volte questa regola ha governato le parole rivolte dai condottieri ai soldati schierati per la battaglia decisiva! Secondariamente è ribadito il concetto che in caso di disfatta, cioè di vittoria degli assedianti, la colpa ricadrebbe sul capo che non ha saputo organizzare bene la difesa.

In conformità con la dinamica della guerra la scena prevede una roccaforte assediata e un esercito che avanza. Tebe, attraverso una serie di calzanti antinomie (lingua, ordine, religione vs. lingua straniera, disordine, empietà), è presentata come la città attaccata che deve difendersi da un nemico, secondo un procedimento tipico nella presentazione di due eserciti in guerra[60], fatta da un autore di parte. Per un’esigenza propriamente drammatica Tebe si contrappone allo schieramento nemico in cui i sette guerrieri destinati all’assalto delle sette porte si abbandonano a riti barbarici, sgozzando un toro sopra uno scudo, immergendo nel sangue le loro mani e invocando Ares, Strage e Terrore (vv. 42-46).

È importante rilevare come la resa di una determinata situazione bellica – l’assedio di una città fortificata – obbedisca sin dall’inizio della tragedia al modello ricorrente nelle fonti letterarie quando affrontano la narrazione di questo evento.



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