Il suo odore dopo la pioggia by Cédric Sapin-Defour

Il suo odore dopo la pioggia by Cédric Sapin-Defour

autore:Cédric Sapin-Defour [Sapin-Defour, Cédric]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2024-02-13T11:31:42+00:00


Siamo il più possibile noi tre.

In settimana, io lavoro quanto serve. Mathilde e Ubac esplorano i boschi intorno allo Châtelet e a sera mi portano a vedere le loro scoperte di cascata, di finferli o di una radura da caprioli. Mathilde si fa ammonire sempre di più, quei boschi sono un po’ il suo partigianato. Io mi sfinisco sulla strada ma me ne infischio, raggiungere quel fortilizio prevale su tutto il resto. I giorni si somigliano ma niente è rimandato all’indomani, camminiamo mano nella mano, Ubac s’insinua fra noi, agitando quelle dieci dita strette col suo muso terroso, noi non chiediamo nient’altro alla vita se non quel fotoromanzo. Non lo si sa mai al momento ed è un bene ma quei giorni ribelli saranno dei più fausti. Nel finesettimana andiamo a scalare le montagne, scegliendo vie sotto le quali Ubac può aspettarci tranquillamente per la maggior gioia attonita di altri arrampicatori. Un giorno, alla Tête de Balme, scala addirittura i primi due tratti di quarto grado e poi ci aspetta su una cengia inerpicata, addossato alla parete e riparato dal sole da una coperta termica. La cordata seguente penserà allo yeti e sobbalzerà più di lui.

Anche l’inverno è un bel momento. Con Mathilde, la mattina andiamo a sciare, il pomeriggio facciamo l’amore e la sera la pasta al pesto. Quando andiamo via per parecchi giorni, pelli di foca sotto le suole, Ubac ci accompagna; dormiamo in tenda, gli dico che ogni alpinista deve portare il proprio cibo, è una regola ma accetto di caricarmi del suo per come la notte ce lo restituisce centuplicato, riscaldando il nostro abitacolo e i nostri corpi intirizziti più di quanto farebbero le sorgenti termali del Monêtier. Si addormenta in pochi minuti, borbotta di contentezza e imita il russare umano. La mattina, vedo perfettamente negli occhi di Mathilde che lei nutre il forte sospetto che la sua notte sia stata accompagnata da un coro a due voci. Quanto a Ubac, esce dalla tenda tappezzata di galaverna come noi andremmo in spiaggia, gli apriamo l’abside e lui prende aria. Lo osserviamo ammirati; in quei posti fuori dalla grazia di Dio lui non ha bisogno d’altro che di essere quello che è e di lanciarsi, quando noialtri ammucchiamo chili di piumino d’oca e ore preparatorie per sopravviverci, di che roba è fatto?



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