Il teatro e la crudeltà (eo) by Antonin Artaud

autore:Antonin Artaud [Artaud, Antonin]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2019-11-11T23:00:00+00:00

TECNICA

Si tratta dunque di fare del teatro una funzione, nel vero senso della parola; qualcosa di così localizzato e preciso come la circolazione del sangue nelle arterie o come lo sviluppo, caotico all’apparenza, delle immagini dei sogni nel cervello; e questo attraverso una concatenazione efficace, un vero soggiogamento dell’attenzione.

Il teatro non potrà ritrovare se stesso, cioè costituire un mezzo di autentica illusione, se non fornendo allo spettatore dei precipitati veridici di sogni, in cui il suo gusto per il delitto, le sue ossessioni erotiche, la sua primitività, le sue chimere, il suo utopistico senso della vita e delle cose, persino il suo cannibalismo, si riversino su un piano non convenzionale né illusorio, bensì interiore.

In altri termini, il teatro deve continuare con tutti i mezzi a riaffermare non solo tutti gli aspetti del mondo oggettivo e descrittivo esterno, bensì del mondo interiore, vale a dire quello dell’uomo considerato metafisicamente. Solo così crediamo che si potrà ancora parlare a teatro dei diritti dell’immaginazione. Né l’Umorismo, né la Poesia, né l’Immaginazione hanno alcun significato se non arrivano, tramite una distruzione anarchica produttrice di un prodigioso volo di forme che costituiranno l’intero spettacolo, a rimettere organicamente in discussione l’uomo, le sue idee sulla realtà e la sua posizione poetica nella realtà.

Ma considerare il teatro come una funzione psicologica o morale di seconda mano, e credere che i sogni stessi non siano altro che una funzione sostitutiva, significa diminuire la profonda portata poetica sia dei sogni che del teatro. Se il teatro, come i sogni, è sanguinario e inumano, lo è molto di più per manifestare e sancire indelebilmente in noi l’idea di un conflitto perpetuo e di uno spasmo in cui la vita è troncata ogni minuto, in cui tutto il creato si eleva e si contrappone contro la nostra condizione di esseri definiti; lo è per perpetuare in modo concreto e attuale le idee metafisiche di certe Favole la cui atrocità ed energia bastano a mostrarne l’origine e la continuità nei princìpi essenziali.

Stando così le cose, è chiaro che, per la sua prossimità ai princìpi che gli trasfondono poeticamente la loro energia, questo nudo linguaggio del teatro – non virtuale ma reale – deve permettere, attraverso il magnetismo nervoso dell’uomo, di violare i consueti limiti dell’arte e della parola per realizzare attivamente, cioè magicamente, in termini reali, una sorta di creazione totale in cui all’uomo non rimane che riprendere il proprio posto fra il sogno e gli avvenimenti.

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