Il tempo intimo della biografia by Paolo Jedlowski

autore:Paolo Jedlowski [Jedlowski, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis
pubblicato: 2025-01-09T00:00:00+00:00

1Vorrei sottolineare che avvicinare parole come incanto o incantesimo all’infanzia non significa avallare di questa alcuna visione romantica. Del resto non è che l’incanto sia dato del tutto “naturalmente”, vi è molto di attivo nel bambino: come scrive Benedetta Silj, il gioco lavora all’incanto del mondo, ma questo lavoro non è ovvio e può anche essere mortificato. Nell’adulto tende ad atrofizzarsi, ma non è detto che non lo si possa rianimare. Cito un passo che trovo delizioso: “È quanto mi spiegava un’amica sessantenne alla quale avevo chiesto, recentemente, come vive l’età della vecchiaia che coincide, nel suo caso, con una lunga e deliberata solitudine affettiva (di coppia). Mi ha risposto, sorprendendosi ella stessa, che questa fase della vita le ha regalato un pezzo d’infanzia mai vissuta: “È come se un certo distacco maturo dalla pulsionalità […] mi avesse permesso di convogliare l’energia in un tipo di presenza molto particolare […]. Mi accade di alzarmi al mattino per gioco, di vestirmi per gioco e per gioco di mettermi a leggere, a scrivere e a lavorare’” (Benedetta Silj, Lavorare all’incanto del mondo, in “Rivista di Psicologia Analitica”, 92, 2015, p. 125). D’altro canto, anche il disincanto ha le sue virtù: più che provare a negarlo, Silj suggerisce che sia necessario “attraversarlo”. La luce del disincanto può essere cruda, ma nella malìa dell’incanto ci si può anche perdere.

2Il cielo sopra Berlino è un film di Wenders del 1987, Germania Ovest e Francia.

3La citazione di Wenders è tratta da The Urban Landscape, in L’atto di vedere, Ubulibri, Milano 1992, p. 89.

4Infanzia Berlinese è stato pubblicato postumo nel 1950; in italiano è disponibile presso l’editore Einaudi in varie edizioni, la mia è del 1973 e i passi che citerò sono, nell’ordine, alle pagine, 110, 29 e 30.

5Sulla vicinanza fra Wenders e Benjamin insistono giustamente Francesco Cappa e Martino Negri nell’Introduzione a W. Benjamin, Figure dell’infanzia, Raffaello Cortina, Milano 2012, da cui ho tratto il modo di incominciare un capoverso del capitolo.

6Sul concetto dell’in-memorare vedi Ernst Bloch, Walter Benjamin, Ricordare il futuro. Scritti sull’Eingedenken, a cura e con una splendida introduzione di Stefano Marchesoni, Milano, Mimesis, 2017 (Marchesoni però traduce Eingedenken con im-memorare, io preferisco in-memorare).

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