Il Trono Del Drago by Tad Williams

Il Trono Del Drago by Tad Williams

autore:Tad Williams [Williams, Tad]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 1992-10-14T22:00:00+00:00


Una ragnatela di torri

Simon cercò, senza riuscirci, d’ignorare la mano che lo scuoteva per la spalla. Aprì gli occhi: nella stanza ancora buia, due riquadri di stelle indicavano le finestre.

«Lasciami dormire» borbottò. «È troppo presto!»

«In piedi, ragazzo!» bisbigliò Geloë, con voce rauca, stringendosi nell’ampia veste. «Non c’è tempo da perdere.»

Simon batté le palpebre, con gli occhi ancora impastati di sonno; dietro la donna, Binabik riempiva silenziosamente la sacca. «Cosa succede?»

domandò Simon; ma il troll era troppo occupato per rispondere.

«Sono stata fuori» rispose Geloë. «Hanno scoperto il lago… i vostri inseguitori, immagino.»

Simon si alzò subito a sedere e cercò gli stivali. Tutto sembrava irreale, nella penombra; eppure il cuore gli batteva forte. «Per Usires!» imprecò

«E ora cosa facciamo? Ci assaliranno?»

«Non so» rispose Geloë. Andò a svegliare Malachias… anzi, Marya, ricordò Simon. «Sono accampati in due punti, alla foce d’un ruscello dall’altra parte del lago e non lontano da qui. O hanno scoperto l’esistenza di questa casa e non hanno ancora deciso cosa fare, o per il momento non l’hanno scoperta. Può darsi che siano arrivati dopo che abbiamo spento le candele.»

A Simon venne un dubbio.

«Come sai che sono accampati dall’altra parte del lago?» Scrutò dalla finestra. Il lago era di nuovo ammantato di nebbia e non c’era segno di fuochi di bivacco. «È buio pesto» soggiunse; girandosi verso Geloë. La donna non era certo vestita per aggirarsi nei boschi: era scalza!

Ma nel guardare la veste indossata in tutta fretta e le goccioline di rugiada che le imperlavano il viso e i capelli, ricordò le grandi ali del gufo che li aveva preceduti in volo al lago. E sentiva ancora i robusti artigli che l’avevano portato via, quando l’orribile entità sulla Strada dei Sogni era stata sul punto di strappargli la vita.

«Non importa, vero?» concluse. «Basta sapere che sono là fuori.» Alla debole luce della luna scorse un sorriso sulle labbra della strega.

«Hai ragione, ragazzo» disse piano Geloë; poi aiutò Binabik a riempire altre due sacche, per Simon e per Marya.

«State a sentire» continuò, quando Simon, vestito, si avvicinò. «Dovete andarvene subito, prima dell’alba…» scrutò per un attimo le stelle «che spunterà tra non molto. Il problema è: come?»

«Possiamo solo sperare» brontolò Binabik «di aggirarli muovendoci con la massima cautela. Noi non sappiamo volare, questo è certo.» Sorrise di storto. Marya, avvolta in un mantello avuto da Geloë, fissò, perplessa, il sorriso del troll.

«No» disse Geloë, seria. «Ma non credo che riuscirete ad aggirare quei terribili segugi. Però, se non potete volare, potete galleggiare. Ho una barca legata sotto la casa. Non è grande, ma vi conterrà tutti… Qantaqa compresa, se non si mette a ruzzare.» Grattò affettuosamente tra le orecchie la lupa, che si distese accanto al padrone.

«E cosa otteniamo?» domandò Binabik. «Remiamo fino al centro del la-go e all’alba li sfidiamo a venirci a prendere a nuoto?» Chiuse l’ultima sacca; ne spinse una verso Simon e una verso Marya.

«Il lago ha un immissario» disse Geloë. «Un corso d’acqua piccolo e lento, anche meno rapido di quello che avete seguito per arrivare qui.



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