Il volto dell’amore by Flavio Caroli

autore:Flavio Caroli [Caroli, Flavio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852017438
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

VII

L’anima e il corpo

Con gli ultimissimi anni del XVIII secolo, la cultura europea entra nel romanticismo, che nell’opinione corrente è il tempo magico e privilegiato dell’amore e della sua rappresentazione. Al riguardo, sono tuttavia necessarie alcune precisazioni, delle quali non si tiene normalmente conto.

Come movimento ideologico e culturale, la vita del romanticismo si protrae fino alla metà dell’Ottocento, e consta di almeno tre fasi.

La prima è quella del romanticismo filosofico, che vive proprio a cavallo fra Settecento e Ottocento, è essenzialmente tedesca, e ha per protagonisti Schlegel, Fichte e Schelling. Poi, in un secondo tempo, quasi affiancati, arrivano il romanticismo pittorico e quello letterario. Solo da ultimo, a Ottocento ormai inoltrato, matura il grande romanticismo musicale, con la preminenza indiscussa di Schumann e di Chopin.

In pittura, il romanticismo inglese (Turner, Constable…) e quello tedesco (Friedrich), che si misurano essenzialmente col paesaggio, anticipano di circa vent’anni quello francese, il cui esempio più alto si identifica con La zattera della Medusa (1819) di Théodore Géricault. A differenza di quello anglo-tedesco, il romanticismo francese ha per protagonista l’uomo; l’uomo-eroe che si staglia contro la natura come i protagonisti dei romanzi di Stendhal. Ed «eroico» è soprattutto il massimo cantore dell’amore, Eugène Delacroix (1798-1863); eroico e mirabolante; mirabolante e sensuale; sensuale ed esibizionista; esibizionista ma generoso. Il più accattivante fra i pittori scostanti.

Di Delacroix si disse, ai tempi, che fosse figlio naturale di Talleyrand. Ipotesi credibile, per contingenze di vita al momento del concepimento, per assonanze fisiognomiche, e per la protezione che una mano occulta gli regalò durante tutta la sua giovinezza. Talleyrand aveva detto: «Nessuno sarà più in grado di descrivere la dolcezza della vita sotto l’Ancien régime». E Delacroix, per decenni nel corso dell’Ottocento, si proclama uomo del Settecento, devoto in egual misura ai Sensi e alla Ragione.

Per capire qualcosa di lui, bisogna leggere le pagine memorabili di Baudelaire:

Delacroix amava freddamente la passione ed era freddamente deciso a cercare i mezzi per esprimerla nel modo più chiaro. Scettico e aristocratico, egli conosceva la passione e il soprannaturale soltanto attraverso la forzata frequentazione col sogno. Odiava le masse, che considerava distruttrici d’immagini. E le violenze commesse nel 1848 su alcune sue opere non lo spingevano certo a convertirsi al sentimentalismo politico dei nostri tempi … Le tracce ereditarie che il XVIII secolo aveva lasciato in lui sembravano nate soprattutto da quella classe, ugualmente lontana dagli utopisti e dai fanatici, dalla classe degli scettici civili, vittoriosi e sopravvissuti, che, generalmente, discendevano più da Voltaire che da Rousseau.26

È dunque piuttosto comprensibile che un uomo simile, aristocratico e romantico, decida all’improvviso, ventinovenne, di rappresentare una mitica scena d’amore e di morte come La morte di Sardanapalo (1827-1828). Sardanapalo, colui che a detta di Dante Alighieri mostrò «ciò che ’n camera si puote», fu l’ultimo dei re di Assiria, e superò tutti i suoi predecessori nello stile di vita sibaritico. Un capo dei Medi, Arbace, si ribellò, e assediò Sardanapalo nella capitale. Quando, dopo tre anni, un’alluvione ruppe le difese della città, Sardanapalo, nel suo palazzo, bruciò i tesori, poi uccise i cavalli e le concubine.

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