Ilaria Capua by La meraviglia e la trasformazione verso una salute circolare (2021)

autore:La meraviglia e la trasformazione verso una salute circolare (2021)
Format: epub

Due parole sul cambiamento climatico

Le librerie straripano di volumi fotografici e saggi sul cambiamento climatico, e così la rete contiene una quantità di testi, discorsi e promesse praticamente sterminata. Non sta a me approfondire la questione del climate change in ogni suo aspetto: sta a me, invece, tentare di sintetizzarla per evidenziare il collegamento tra l’azione dell’uomo, la pandemia da SARS-CoV-2 e altri possibili eventi pandemici. L’emergere di agenti patogeni sconosciuti, infatti, ha uno stretto legame con il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità. Invadendo l’ambiente, costringiamo gli animali a vivere in spazi nuovi, a volte molto ristretti, e i virus si trasferiscono da uno all’altro innescando catene di trasmissione di cui non siamo assolutamente consapevoli.

Le città si allagano, le foreste bruciano, i ghiacciai si sciolgono, gli oceani si scaldano, le barriere coralline rischiano di morire, gli insetti migrano e i virus saltano da una specie all’altra: tutto grazie ad alcuni meccanismi naturali che si moltiplicano a dismisura grazie a processi che abbiamo innescato noi.

Da dove cominciare, allora? Direi dal caldo. Mentre scrivo è estate. In molti punti d’Italia si sono toccati i 40 °C. Peccato che l’estate che stiamo vivendo sarà la più fresca dei prossimi cento anni. Termometro alla mano, la temperatura media è inesorabilmente cresciuta di 1,1 °C rispetto al periodo preindustriale e di 0,2 °C rispetto al periodo 2011-15.2 Di conseguenza, ecco le soffocanti ondate di calore che punteggiano il corso degli ultimi anni, ecco la desertificazione e la siccità, che rendono a loro volta più devastanti le stagioni degli incendi naturali. Ed ecco lo scioglimento dei ghiacciai, che porta in certi casi ad allagamenti e frane, e, quando a liquefarsi sono i ghiacci polari, all’innalzamento dei mari: dal 1880, +24 centimetri.3 Il futuro non promette bene: un recente studio dell’Unione europea ha rivelato che, entro il 2100, la calotta glaciale della Groenlandia si scioglierà del 60 per cento in più rispetto a quanto gli scienziati avessero supposto, spingendo ulteriormente l’innalzamento del livello del mare da 10 a 18 centimetri.4

Quando piove, piove spesso troppo o troppo poco. Gli eventi meteorologici estremi, le eccezioni che confermano il rassicurante ritmo delle stagioni, avvengono oggi con una frequenza tre volte superiore rispetto a quella di cinquant’anni fa.5 Nella sola Italia, nel 2020 se ne sono verificati quasi millecinquecento. Millecinquecento piogge, alluvioni, temporali che ci accaniamo a considerare unici, irripetibili («Ma hai visto che disastro?!»), e che invece sono diventati tristemente la norma: nel 2010, appena dieci anni fa, ne sono occorsi meno di quattrocento.6 Una delle ragioni è il riscaldamento degli oceani, che favorisce venti più forti, cicloni più frequenti e violenti, tempeste più lente e piovose, un maggior rischio di inondazioni.7 Per non parlare degli uragani, ormai talmente frequenti che, nel 2020, gli scienziati hanno terminato le lettere dell’alfabeto moderno per dare loro un nome e sono dovuti passare a quelle dell’alfabeto greco.

La pandemia è cominciata togliendo dai riflettori gli incendi in Australia, che hanno distrutto tra gli ultimi mesi del 2019 e i primi del 2020 più di 85.

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