In cerca di Transwonderland by Noo Saro-Wiwa

In cerca di Transwonderland by Noo Saro-Wiwa

autore:Noo Saro-Wiwa [Saro-Wiwa, Noo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
ISBN: 9788896538982
pubblicato: 2015-06-29T16:00:00+00:00


9. Dove diavolo sono gli animali? Nguru e Yankari

Il mattino dopo sedevo stretta in una morsa di gomiti, cosce e spalle a bordo di una Peugeot 505 in viaggio verso Nguru, la città più settentrionale della Nigeria, al confine con il Niger. La strada, costeggiata dagli alberi, passava attraverso campi d’erba dorata. Più a nord si è riempita di buche e ai lati l’erba è diventata più lunga e di un verde intenso, creando un vivace contrasto con il cielo azzurro sgombro di nuvole.

Nguru si trova nei pressi di un parco palustre che volevo visitare, ma le mie guide non fornivano molte indicazioni su dove alloggiare o con chi mettersi in contatto. All’idea di perdermi mi si è rivoltato lo stomaco. In Nigeria il senso di incertezza sembrava essere il mio compagno di viaggio più assiduo.

La Peugeot è rimasta in panne a tredici chilometri dalla città. Ho fermato un achaba di passaggio e ho raggiunto Nguru, dove il conducente ha chiesto indicazioni alla gente per strada su come arrivare alla riserva. Ci hanno indirizzati verso una casa, apparentemente un’abitazione privata, che si sviluppava senza dare troppo nell’occhio all’ombra di alcuni alberi, accanto a un campo aperto. La custode era sorpresa – a parte i ricercatori stranieri, nell’ultimo anno nessun altro visitatore aveva onorato l’area della sua presenza. Mi ha invitato a sedermi in attesa che tornasse il responsabile della riserva. Mezz’ora dopo, un nigeriano di nome Harry Hudson è arrivato in moto. Quel giorno aveva del lavoro da sbrigare e non si aspettava di fare da guida, ma «devo essere un bravo ospite», ha detto sorridendo e incoraggiandomi a montare in sella.

Quando mi trovo così vicina al Sahara di solito mi deprimo. Non sopporto il caldo, il vuoto e la distanza claustrofobica dal mare. Ma sfrecciare su una moto in aperta campagna è stata una goduria. Abbiamo percorso l’autostrada fino al lago Dagona attraverso una savana arida punteggiata da acacie e palme dum, non una casa né un edificio di qualunque tipo in vista. Di tanto in tanto spuntava un lago che stemperava il paesaggio riarso trasformandolo in un patchwork di acque azzurre luccicanti e canne verdi. Harry mi ha indicato i barili di petrolio che sbucavano dal terreno, spiegandomi che venivano usati per ripartire l’area tra i pastori nomadi in modo da evitare conflitti territoriali.

All’improvviso è scoppiata una gomma, lì in mezzo al nulla. Nell’immensità di quel semideserto mi sono trasformata in un puntino ansioso. Poco dopo però un uomo che viaggiava nella direzione opposta, anche lui in moto, si è fermato accanto a noi. Ci ha detto che la stazione di servizio più vicina era a sedici chilometri e, nonostante questo, con mio grande stupore si è girato ed è tornato indietro per chiedere aiuto, allontanandosi piano piano verso l’orizzonte senza brontolare. Il suo altruismo mi è sembrato dettato più da un riflesso innato che dal senso del dovere. In Nigeria, anche nel più estraneo dei contesti, mi sono sempre sentita protetta da questa rete di correttezza umana.

Mentre io mi sventagliavo seduta sul ciglio dell’autostrada, Harry armeggiava con la ruota.



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