Incubo by Mary Higgins Clark

Incubo by Mary Higgins Clark

autore:Mary Higgins Clark [Clark, Mary Higgins]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:37:17+00:00


20

Sorseggiando una birra chiara, Sam guardava fisso qua e là, senza scopo, tra la folla del Circolo del Tennis di Palm Springs. Voltò la testa, lanciò u-n’occhiata alla figlia e sorrise. Karen aveva ereditato i colori della madre; l’intensa abbronzatura faceva solo sembrare più chiari i capelli. Teneva la mano appoggiata sul braccio del marito. Thomas Walton Snow junior era un tipo molto simpatico, un buon marito, un uomo d’affari di successo. La sua famiglia era troppo noiosamente mondana per i suoi gusti ma Sam si sentiva felice nel rendersi conto che la figlia aveva fatto un buon matrimonio.

Fin dal suo arrivo, Sam era stato circondato di attenzioni e presentato a parecchie belle donne sulla quarantina: vedove, divorziate, donne di carriera, tutte intenzionate a scegliersi un uomo per il resto della loro vita. E

questo serviva solo a fargli sentire più intensamente una crescente irrequie-tezza e la fastidiosa sensazione di non far parte di niente, di non essere importante per nessuno.

Di che diavolo faceva parte?

Di Washington. Ecco di che cosa. Era bello stare con Karen, ma semplicemente a lui non gliene importava un accidente di tutte le altre persone da cui era circondato, anche se sua figlia le trovava tanto interessanti.

Mia figlia ha ventiquattro anni, pensò. È felicemente sposata e aspetta un bambino. Io però non voglio esser presentato a tutte le donne accessibili che hanno passato i quarant’anni che vivono a Palm Springs.

«Papà, per piacere, non potresti cambiare quell’espressione accigliata?»

Karen si chinò attraverso il tavolo, lo baciò e si risistemò sulla sedia, con il braccio di Tom che le circondava le spalle. Sam guardò i visi vivaci, in attesa, dei familiari di Tom, un altro giorno o poco più e avrebbero cominciato a essere annoiati della sua presenza. Sarebbe diventato un ospite difficile.

«Dolcezza», disse a Karen con una voce che lasciava presupporre l’arrivo di qualche confidenza, «mi hai chiesto se credevo possibile che il presidente nominasse alla vicepresidenza la senatrice Jennings, e ti ho detto che non lo sapevo. Voglio essere sincero: credo che andrà proprio così.»

Tutti gli occhi dei presenti di colpo furono puntati su di lui.

«Domani sera la senatrice organizza una cena di Natale a casa sua; probabilmente ne vedrete qualche scena nel programma televisivo che la riguarda. Lei vorrebbe che io fossi presente e, se non vi dispiace, credo proprio che sia necessario che io accetti l’invito.»

Tutti furono comprensivi e il suocero di Karen per aiutarlo gli procurò velocemente un orario. Partendo la mattina dopo da Los Angeles con il vo-lo delle otto, Sam poteva arrivare al National Airport alla quattro e mezza, ora locale della costa orientale. Doveva essere interessante presenziare a una cena ripresa dalla televisione e tutti furono concordi sul parere di Sam rispetto alla necessità di esserci, per parte loro avrebbero senz’altro guardato il servizio alla televisione.

Solo Karen stava zitta. Poi, ridendo, osservò: «Papà, smettila di dir balle.

La verità è che la senatrice Jennings ha messo gli occhi su di te!»



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