Istanbul by Franco Cardini

Istanbul by Franco Cardini

autore:Franco, Cardini [Cardini, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Intersezioni
ISBN: 9788815320841
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00


Decadere o rinnovarsi?

Stambul i giaurri ora glorificano

ma domani con il calcagno ferrato

Stambul come un serpente che dorme schiacceranno

e resteranno o se ne andranno e lasceranno

sveglia Stambul che si era prima addormentata.

Aleksandr Sergeevič Puškin

Quando ebbe inizio la decadenza dell’impero ottomano? E a partire da quando divenne irreversibile? Si è al riguardo discusso sul ruolo della battaglia di Lepanto: vero è che si trattò di una sconfitta all’interno di una guerra vinta, quella in seguito alla quale nel 1572 l’isola di Cipro entrò definitivamente nell’orbita della sovranità ottomana, ma forse non meno vero è che, come ha notato Fernand Braudel, da quel momento crollò il mito dell’invincibilità turca sul mare (c’è comunque chi sostiene che a quella invincibilità in fondo non aveva mai creduto sul serio nessuno).

Tuttavia, sebbene segnali di stanchezza e d’indebolimento si possano già cogliere sin dalla scomparsa del grande Solimano il Magnifico, nel 1566, è nel fallimento del confronto con l’Austria per il controllo dei Balcani e con la Russia per quello dell’area tra Mar Nero e Caucaso – lunghe partite giocate entrambe tra la fine del Seicento e i primi dell’Ottocento – che si può individuare lo scenario internazionale che accompagnò e aggravò, di sconfitta in sconfitta e di frustrazione in frustrazione, l’avvio della crisi interna dell’impero. Quel lungo periodo, un secolo e mezzo circa di scontri si può dire continui per quanto alternati a periodi di tregua anche abbastanza lunghi, si era avviato sotto il lungo regno del sultano Mehmet IV, tra il 1648 e il 1687, con una guerra fra i due imperi, il romano-germanico (vale a dire la monarchia d’Austria) e l’ottomano, la cui posta era la Transilvania, ormai preda di continui torbidi. L’instabilità della situazione ungherese, causata anche dalle lotte in quel paese tra cattolici e protestanti, aveva dato luogo a una ripresa del conflitto con gli ottomani: il fallito assedio turco di Vienna nel 1683 provocò la conclusione nell’anno successivo in Europa di una «Santa Alleanza» sotto l’egida di papa Innocenzo XI alla quale accedettero l’Austria, la Polonia, Venezia e dal 1686 la stessa Russia. Dopo l’assegnazione da parte dei nobili magiari della corona d’Ungheria alla casa d’Asburgo, nel 1687, la conquista russa d’Azov nel 1696 e la pace di Carlowitz tre anni dopo, la ripresa del conflitto nel 1716, la definitiva conquista austriaca di Belgrado del 1717 e la pace di Passarowitz del 1718 avevano determinato l’assegnazione all’Austria della Valacchia, di parte della Serbia e del banato di Temesvár, oggi Timişoara in Romania. Una nuova guerra degli ottomani contro gli austro-russi tra il 1737 e il 1739 condusse tuttavia, con la pace di Belgrado, l’impero austriaco alla perdita della Serbia settentrionale e della Piccola Valacchia, nonché all’avvio del lungo contrasto fra il Kaiser e lo czar per l’egemonia sui Balcani: un contrasto che si sarebbe prolungato fino al 1914, rivelandosi fatale per l’Europa tutta.

Ma in quella stessa pace la Russia consolidava invece il suo possesso di Azov attestandosi definitivamente sul Mar Nero. L’egemonia dell’impero dei Romanov sull’intera arcata costiera settentrionale dell’antico Ponto



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